chi mi chiama – chi mi ama?
le fronde calme degli alberi

difficile fotografare il bosco
è vertiginoso, sfugge verso l’alto
inoltre ci sono così tante foglie e rami e sassolini funghi pigne e bacche
che l’immagine si riempie di segni, diventa fastidiosamente fitta
tutto occhieggia – e l’obiettivo impazzisce

abbiamo camminato per un paio d’ore nell’incanto dell’autunno
( tempo minimo necessario per digerire il pranzo pantagruelico della zia )

sulla torre picotta tira un gran vento
l’aria è limpida e si vede lontano – il digradare azzurro delle montagne
lo zio osserva con occhi amari il paese tanto cresciuto
l’infanzia sommersa e cancellata da una colata di cemento

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