.

Malinconica, e in questo non si distingue dalle altre lettere. Si parla dei tedeschi, che sanno morire, delle donne che noi perdiamo, di Marc Chagall, dell’abilità nel tenere la forchetta e del significato del provincialismo nella storia dell’arte.

.

Tu, ti senti legata al mondo della cultura. A quale, Alja? Ce ne sono molti.
Ogni paese ha la sua cultura e uno straniero non può impossessarsene.
Il mio cuore duole per Pietroburgo, io penso alle sue strade lastricate; tu, invece, non puoi tornare in Russia, tu ami la Francia, anche se non moriresti di nostalgia per lei.
Tu sei una persona di cultura troppo paneuropea.
Se l’automobile non pesasse nulla, non potrebbe andare; il peso dà il punto di appoggio alle sue ruote.
Io non ti scriverei questo, se non ti amassi.
Non tormentarmi dicendomi che, per te, io non ho alcun peso; il mondo attorno ad Alja non ha peso.
Una famiglia tedesca, vicina di casa di Bogatyrev, si è avvelenata col gas. La madre ha lasciato un biglietto: «Al mondo non c’è posto per un lavoratore tedesco».
Tedeschi, mi vergogno, ma non posso aiutarvi! Siete un grande popolo che non dimentica la sua patria. Quando morite, morite da tedeschi.
Alja, scusa per il mio amore malinconico, ma dimmi, in quale lingua, morendo, pronuncerai la tua ultima parola?
Io ti dico diverse formule magiche, ti paragono a tutti. Dicono che gli uomini si rifugino nella psicosi per scelta, come in monastero. È più facile immaginarsi cani, che vivere da esseri umani.
Ho voglia di fare a pezzi e di spargere per la città tutto ciò che amo.
Non ci riesco.
Una volta, non molto tempo fa, ci siamo riuniti in uno studio sulla Kleiststrasse. Nella stanza c’erano dei pietroburghesi e dei moscoviti.
Qualcuno parlò di visti. Si racconta che un tempo, fino a un anno o due fa, i russi parlavano tanto volentieti di visti, quanto una donna sposata parla del parto. Chissà come, anche quella volta, si finì nel discorso. La maggior parte degli uomini era addirittura senza passaporto; vivevano perché assuefatti.
Ma le donne!
Le francesi, le svizzere, le albanesi (parola d’onore), le italiane, le ceche e in genere tutte, vivevano sul serio e a lungo.
E un oltraggio per gli uomini sprecare le proprie donne.
Posso immaginare cosa succedeva a Costantinopoli!
è terribile vedere destini simili. Il nostro amore, i nostri matrimoni, le nostre fughe sono solo motivazioni.
Perdiamo noi stessi, diventiamo un tessuto connettivo.
Ma nell’arte c’è bisogno di elementi locali, vivi, differenziati (ecco una parola per una lettera!).
Noi perdiamo il talento, così come perdiamo le donne. Tu ti senti legata alla cultura, sai di avere buon gusto, mentre io amo cose di gusto diverso Amo Marc Chagall.
Vidi Marc Chagall a Pietroburgo. Mi sembrava che somigliasse a N.N. Evreinov; era tale quale un barbiere di un piccolo shtetl.
Bottoni di madreperla in un gilè fantasia. Un tale cattivo gusto, da rasentare il ridicolo.
Traspone sulle tele i colori del suo vestito ed il suo romanticismo ebraico.
Nei suoi quadri non è europeo, ma di Vitebsk.
Marc Chagall non appartiene al mondo civilizzato.
E nato a Vitebsk, una piccola cittadina di provincia.
Più tardi, durante la rivoluzione, Vitebsk fiorì: vi crebbe una grande scuola d’arte. A quel tempo accadeva spesso che fiorisse ora una città, ora un’altra: Kiev, Feodosija, Tiflis, una volta persino un villaggio sulla Volga – Marksštadt – fiorì grazie ad un’accademia filosofica.
E così, i giovani di Vitebsk dipingono tutti come Chagall, e per questo, lui, è degno di lode; è riuscito ad essere vitebskiano sia a Parigi che a Pietroburgo.
È giusto saper tenere la forchetta, sebbene, in Europa, questo lo sappia fare anche una signorina del Nachtlokal. Ancora meglio sapere quali scarpe abbinare allo smoking e quali gemelli mettere con una camicia di seta. Per quanto mi riguarda, queste conoscenze mi sono poco utili.
Ma ricordo che in Europa tutti sono europei, per diritto di nascita.
ferenziati (ecco una parola per una lettera!)
Ma nell’arte è necessario un odore particolare e solo un francese emana odore francese.
In arte, un’idea e una nazione di barbieri non sono peggio di altre idee o nazioni.
In questo campo non sono di aiuto i pensieri sulla salvezza del mondo.
È utile introdurre il provincialismo, incrociarlo con l’arte tradizionale. I suonatori di balalajka, «Il Carosello», «L’uccello azzurro», ecc., tutto ciò è negativo, perché è un’imitazione del provincialismo russo.
Questo disorienta la gente. Nuoce al lavoro futuro. Ai quadri, ai romanzi.
E scrivere bene è difficile: i miei amici me l’hanno sempre detto.
Vivere sul serio fa male.
In questo, tu mi aiuti.

.

viktor sklovskij