monthly archives: maggio 2011

norma rae / martin ritt – 1979

quasi due settimane di ascolti questa volta
rientra l’elettronica d’annata insieme a qualche parentesi rock 

e uno spazio speciale ha meritato la piccola retrospettiva dedicata a eric clapton & Co.  sotto forma di cream e blind faith
… gruppi del genere non se ne ascoltano più da un pezzo
provare per credere

nel frattempo ho di nuovo la tosse
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andrew bird / weather system – 2007 (noiosetto)
ash ra tempel / the private tapes (vol.1) – 1996
blind faith / blind faith – 1969 ♥♥♥ (1)
cream / disraeli gears – 1967
cream / fresh cream – 1966
cream / wheels of fire – 1968
devendra banhart / rejoicing in the hands – 2004
heliocentrics + m.astatke / inspiration.information 3 – 2009
jimi tenor + tony allen / inspiration.information 4 – 2009 (2)
joe harriott project (ken vandermark) / straight lines – 1999
karen dalton / in my own time – 1971 ♥ (3)
marc bauder / day in picture – 2010
nostalgia 77 octet / borderlands – 2006
robyn hitchcock / eye – 1990
sebastien tellier / politics – 2004
sun ra / angels and demons at play – 1963
sun ra / strange strings – 1966.2008 ★★★
triage / american mythology – 2005 ★★★
triage / twenty minute cliff – 2003
vandermark 5 / acoustic machine – 2001
vandermark 5 / elements of style, exercises in surprise – 2004
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sabato 28 maggio prossimo alle ore 17.30 antonio della marina e alessandra zucchi aprono le porte della loro galleria d’arte sonora e spaziale, nuovo ambiente dedicato alla sperimentazione musicale in udine, viale volontari della libertà numero 43
il programma inaugurale prevede un contributo di michael j. schumacher, artista e curatore americano, promotore e sostenitore dell’arte sonora a livello internazionale / è il fondatore e direttore artistico della diapason gallery a new york, una delle prime e più longeve gallerie d’arte sonora del mondo /
sarà una sua audioinstallazione dal titolo unintending la prima delle opere ospitate all’interno di spazioersetti / si tratta di una composizione per computer costituita da migliaia di frammenti musicali diffusi all’interno della sala d’ascolto tramite un impianto di diffusione a otto canali /
l’esposizione sarà preceduta da una breve introduzione sul tema dell’arte acustica o arte dei suoni con esempi ed ascolti tratti dall’ampio catalogo della sua galleria che negli ultimi 15 anni di attività ha ospitato più di 300 artisti /

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a cura di:
antonio della marina
alessandra zucchi
associazione culturale continuo

 

programma inaugurazione

1730 benvenuto
1800 quindici anni di arte sonora a new york, esempi e ascolti dall’archivio della diapason gallery
1845 brindisi
1930 michael j. scumacher – unintending, composizione algoritmica 8 canali.
2100 commiato

 

il sito di spazioersetti esiste ma è ancora tutto da riempire:
www.spazioersetti.it

canzoni che si vogliono bene 4 

emerse dalle nicchie accoglienti ma non compiacenti del rock d’oltre manica d’annata, queste due canzoni si fanno decisamente l’occhietto, pur senza mai combaciare veramente / accomunate da un incipit quasi gemello che poi decolla in maniera disgiunta e da una propensione alla monotonia melodica che ne demistifica il romanticismo, le dividono quasi vent’anni di storia della musica / eppure ritengo che vi sia una sincera affinità, e persino la timbrica vocale dei due autori possiede qualcosa di comune, una temperatura leggermente stridula, acidula, che conferisce più verità alla dolcezza e più energia ai passaggi scanzonati  /

van morrison e robyn hitchcock:  due maestri  che hanno arricchito il pop di inconfondibili quanto personali sfumature, rendendo più sopportabile il passaggio dalla straordinaria creatività degli anni settanta a quel critico miscuglio postmoderno che sarebbe arrivato di lì a poco, alla fine degli ottanta, a contaminare forse definitivamente la musica, privandola come del resto altri campi della creatività, delle sue frange più epiche …

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1 /
jackie wilson said
(I’m in heaven when you smile)
van morrison

(2,54 min.)

da saint dominc preview del 1972 (warner bros), il brano più significativo e travolgente dell’intero disco, omaggio al cantante e musicista soul statunitense jackie wilson (lonely teardrops!), scoperto a cavallo degli anni cinquanta dal grande johnny otis / … qui si apprezza quanto della migliore tradizione soul e rythm&blues il grande van the bang abbia saputo infondere alla sua musica, pur senza rinunciare alle radici irlandesi ed alle ballate della  giovinezza

2 /
certainly clickot –
robyn hitchcock

(2,15 min.)

brano destrutturato e dall’incalzante quanto sbarazzina monotonia tratto da uno dei dischi più convincenti del cantautore londinese (eye.1990.twin tone records – chitarra e voce) / definirlo menestrello, con la chitarra acustica fissa al collo e le sue camicie fantasia, non è poi così inopportuno, anche se qualcuno troverebbe forse riduttiva tale definizione / significativo il contributo a un filone di cantautorato britannico di nicchia che ha saputo preservare alcune prerogative e influenze della musica inglese (altrimenti i primi anni ottanta avrebbero rischiato di mettere tutto questo in congelatore e persino affogarlo in un lezioso edonismo darkeggiante post punk!), lascia ampio spazio a citazioni e venature che rieccheggiano alla migliore tradizione del rock surrealista e psichedelico sia britannico (tanto syd barrett) che americano (soprattutto dylan e lennon)
amore musicale di johnatan demme che a lui ha dedicato video, documentari e una discreta profusione di camei cinematografici

 





grafica: i. tullio

tutti i concerti inizieranno alle 19.30
data l’esigua capienza della sala si consiglia di arrivare almeno dieci minuti prima dell’inizio
ingresso libero

 

trascorsi non tipografici

vivere solitaria mi aiuta nella pratica di un silenzio cangiante – la finitura perde via via di importanza rispetto a un centro che al contempo si svuota come per effetto di una malattia…
03.2011

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riassumere quasi dieci anni di moleskine in poche foto è praticamente impossibile / nel corso del tempo sono cambiati i materiali e le fustellature, ed è cambiata spesso anche la mia scrittura, che quasi sempre obbedisce alle contingenze e che recentemente soggiace a una forma di spartana semplificazione (senza abbellimenti o la consueta attenzione agli aspetti formali) / l’occhio non reclama più la sua parte, o così pare / e l’intelligenza (quella mia poca e fragile) vorrebbe solo smisurati silenzi / così le parole si fanno rade, e faticose

potessi almeno dire di aver vissuto di più, ma sarebbe una bugia

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