monthly archives: aprile 2012

finalmente è arrivato

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nessuna eucarestia
piuttosto, altre e svariate forme di carestia

la lettera di vittorio arrigoni ad un’amica continua qui

 



stanca – mi siedo e mi piego
aprile ha portato il freddo e molta pioggia, tutta quella che non era caduta durante l’inverno
è quasi maggio ed ancora indossiamo cappotti e scarpe pesanti

il grigio si sta trasformando in abitudine
con il telefonino fotografo avidamente ogni squarcio di azzurro che si apre e si richiude, veloce come una svista

l’ultima immagine in basso tratta da un testo per l’educazione tecnica femminile nelle scuole medie degli anni 60 (ed paravia)

 

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neutro non è mediocre
un imbuto non è una corona
fb:  le clessidre orizzontali – dormivano

I
a volte così tesa e stanca che non le arriva il fiato
la sensazione di una corda tirata da più mani in direzioni opposte e la percezione di aver sbagliato e continuare a sbagliare, non solo nelle scelte macroscopiche, ma perfino nei dettagli più minimi e nascosti, nelle minuzie, incapace di gestire anche le scelte più elementari

spesso le capita di pensare che rifugiarsi nei disegni sia l’unico modo per tirarsi fuori da tutto quel fango, cacciandosi in un mondo di segni silenziosi e di tinte piane, di sfumature pacate e quasi pacifiche che trovano spontaneamente il proprio tono e il giusto livello di chiaro-scuro e che si concertano tra loro senza traumi

ha smesso da tempo di vomitare sui fogli le sue presunte disgrazie, di rendere concreto il racconto della sua vita / adesso è una persona diversa, quasi assente – forse per questo sbaglia così tanto, così di continuo: per il fatto di praticare con fatica un mondo estraneo dal quale per indole e per struttura si astiene non appena possibile

e si rende perfettamente conto che quei di-segni non contengono nient’altro che il suo autocompiacimento, che corrispondono a certe forme di anestesia formale da lei tanto deprecate – ma capisce anche di non potersene liberare, rappresentando di fatto l’unico territorio sopportabile, riposante

II
vorrebbe un mondo senza vecchiaia
perché non trova le parole per descriverne la crudele irragionevolezza
soprattutto quelle utili a distrarre chi (ormai vecchio) ha molta paura

.


(seduti nella stagione incerta)

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ci piace far credere di essere impegnati a migliorare il mondo
ma non siamo capaci di farlo, nemmeno a parole

 

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