monthly archives: marzo 2013

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I
lasciare indietro rigurgiti di grafite,
segni tronfi e frivoli

le parole costringono ad essere più asciutta
sottraggono orli, bottoni, cinture
preservano nudi barlumi di senso, solitari
che talora attraversano i pensieri

II
un cineforum tra le montagne
stivali di gomma e maglioni antichi

III
saranno le parole per un nuovo libro forse
o solo gemiti e scricchiolii da un momento di fatica

circondata da mobili che non ami
– e che non ti amano –
ne inventi altri con la scrittura

inesperta – ma sufficientemente disperata

 

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è primavera – già da qualche giorno


(altro…)

ho le ginocchia poggiate sull’asfalto
bruciano come cerini
le ascolto consumarsi durante il viaggio:
————-un attrezzo temporaneo
————-una parentesi tra le ripetizioni

l’albero ha una porta invernale
la sua cima è lontana
dalle nostre malizie commerciali:
incide un solco nel soffitto del giorno

 

03.13
mentre l’inverno si spoglia degli ultimi frammenti di gelo
persino le virgole sono per lei causa di turbamento
i dubbi che rendevano fragile l’espressione
adesso quasi la annientano, come armi

dubbi microscopici e frivoli:
————–il colore di un polsino, la forma di una scodella
————–la citazione svogliata di un’ora o di un ritratto
la vaghezza delle cose genera il panico
di non saper dire e dare – di decorare in circolo
ciò che è già stato a lungo decorato
detto – e dato

la luce rimane estranea
non s’intrufola più come un tempo tra i versi matti e quelli disperati
i cerchi brillanti di allora sono sommersi da polvere e paura
l’invecchiare dei pensieri rende opaco anche il vetro (altro…)