I
2202
mentre guarda un vecchio film riconosce il tempo in cui gli oggetti erano onesti / oggi invece è estenuata dalla loro attuale disonestà, dall’aura mediocre che emana dai beni di nuova produzione, anche quelli più pretenziosi / lucidi ma privi di luce
oggetti incapaci di invecchiare con dignità / senza rughe

II
1802
rispecchiandosi negli illuminati coglieva la propria forma immobile che lievitava col passare degli anni sotto il peso di un’inesperienza recidivante da cui non si era mai liberata / pesante come una barca spiaggiata, goffa e spaventata – cucciolo costretto nell’involucro inadeguato di adulto

anche le stagioni invecchiavano con il passare degli anni, come fossero persone, ma non riservavano alcuna sorpresa / era colpa della città, di come stava cambiando e anche di come non cambiava
in quel luogo preciso il tempo non rappresentava una risorsa, piuttosto una particolare condanna all’immobilità, ma alla gente questo sembrava non preoccupare, anzi parevano gradire quel peculiare congelamento delle prospettive

III
1802
del tempo scheggiato che si riempie come fatto di briciole avanzate da un pranzo

IV
1754
è rimasta ferma a guardare la giornata
schiacciata da una capigliatura di corallo

gli oggetti scappavano di mano
come fosse un mondo fatto di sapone

le si chiudevano gli occhi – sempre più spesso
lo sguardo ormai pesante cancellava i paesaggi
e li trasformava in nature morte

V
2103
E quando tutti se ne andavano
e restavamo in due
tra bicchieri vuoti e portacenere sporchi,
com’era bello sapere che eri lì
come una corrente che ristagna,
sola con me sull’orlo della notte,
e che duravi, eri più che il tempo,
eri quella che non se ne andava
perché uno stesso cuscino
e uno stesso tepore
ci avrebbero chiamati di nuovo
a svegliare il nuovo giorno,
insieme, ridendo, spettinati.

JULIO CORTÁZAR – dopo le feste

VI
2303
il tempo sottratto riduce la libertà in frammenti che non sa ricucire
interstizi di niente
———–tempo di aprire un quaderno e di richiuderlo
———–una telefonata spenta sul nascere
———–un cibo che va di fretta e scende male

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