I
la minima bellezza che si rivela negli anfratti tra le cose
nelle crepe e dentro le rughe dei vecchi
non sa raccontarla – a nessuno

II
prima cercava di capire come altri potessero vivere la citta’
senza avvertirne l’andatura mediocre, senza soffrirne
adesso si chiede solo com’è che in lei la rassegnazione non germoglia e come sia giunta al punto di soffrirne fisicamente, provando un profondo opaco risentimento corporale nei confronti di ogni minuto trascorso all’interno di quel perimetro inespressivo e monotono

ha imparato che non basta (almeno a lei non basta)
che una macchina funzioni correttamente
c’è bisogno di percepire una speciale vivacità nel motore,
c’è bisogno che quella stessa macchina le parli e le racconti, che le spieghi e che la solleciti
che riveli il suo meccanismo sotto forma di energia

ma forse non era la città / forse era il mondo
e forse non era il mondo ma era / proprio / lei

.

.

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