monthly archives: maggio 2015

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Non c’è nessun «dopoguerra».
Gli stolti chiamavano «pace» il semplice allontanarsi del fronte.
Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro.
Oltre la prima duna gli scontri proseguivano. Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d’acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra.
Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani.
Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di «libertà», «democrazia», «qui da noi», mangiando i frutti di razzie e saccheggi.
Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri.
Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi.
Difendevano l’ombra cinese di una civiltà.
Difendevano un simulacro di pianeta.
WU MING

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young people (ˈjanɡ ‘pi:pl) = anodinía e capacità di accomodarsi senza rimpianti negli spazi dell’immutabilità / musiche impeccabili e irrilevanti, che nulla aggiungono e nulla tolgono, regalano momenti piacevoli conlusi in sé stessi e privi di qualsiasi forma di interrogazione o fermentazione / la tentazione è quella di ricorrere all’attributo di frigidità.
dunque non più frammento e modulazione personale, giammai dissonanza, piuttosto citazione continua e perfettamente mascherata, amalgama impersonale e pressochè imperscrutabile di elementi del passato che procura un prodotto opaco, indistinguibile dall’ex novo e privo di evidenti chiavi di lettura storiche / non autentica originalità ma personalità in provetta, opera postmoderna nonostante il tempo trascorso, dove però la giustapposizione ha ceduto il posto all’amalgama degli elementi / morte della trasparenza – latitanza dello stile

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un siffatto processo di dissoluzione e rimescolamento può – per alcuni e in certi casi – costituire presupposto di modernità e rappresentare un tratto evolutivo, di costruzione?

…spezzare tutti i falsi legami gerarchici tra le cose e le idee, distruggere tutti gli strati ideali divisori tra di loro. È necessario liberare tutte le cose, permettere loro di entrare in libere unioni, proprie della loro natura, per quanto bizzarre queste unioni sembrino dal punto di vista dei legami tradizionali consueti. È necessario dare alle cose la possibilità di stare in contatto nella loro viva corporeità e nella loro varietà qualitativa. È necessario creare tra le cose e le idee nuovi vicinati che rispondano alla loro effettiva natura, porre accanto e unire ciò che è stato fallacemente diviso e allontanato e disgiungere ciò che è stato fallacemente avvicinato.
M. Bachtin (cit. in new italian epic – WU MING)

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conseguenze di un quarantennio di messaggi inneggianti a una concezione sospesa, edonista e indifferente del mondo (costruzione programmatica di un sistema basato sul commercio della superficie), che non conosce un prima (o più probabilmente ne disconosce la sostanza, salvandone la forma e gli stilemi) e conserva l’adesso quale proiezione confortante di un dopo che non si arruga e non arrugginisce / tale ambito sospeso é luogo ideale dell’inneffabile sofisticato e mai gratuito cui spesso aspirano anche i migliori giovani occidentali, quelli più istruiti e affinati / la loro capacità di individuare lo stato di equilibrio ottimale é sorprendente: sono saggi – e ottusi, non si addentrano nei territori dell’incerto e i loro dubbi agglutinati-disciplinati orbitano saldi abbracciando la sfera del pragma / del resto, domande sensatamente concrete pretendono risposte puntuali e circostanziate

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piu distintamente, ma non meno fondamentalmente di ogni merce, la Jeune-Fille costituisce un dispositivo di neutralizzazione offensiva.

prendete la vita dal lato giusto, visto che la storia va nel senso sbagliato.

sin dall’origine, l’assoluto dei rapporti è stato pervertito e, in una società mercantile, vi è certamente commercio tra gli esseri ma non vi è mai una ‘comunità autentica’, mai una conoscenza che sia di più di uno scambio di ‘buone maniere’, anche se portate all’estremo del concepibile
TIQQUN

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia.
A G

debord
0515-002
0515-001

I
leggere la storia é probabilmente l’unico antidoto noto per uscire da una condizione di indifferenza / e dal momento che anche le migliori educazioni possono fare cilecca, e molti genitori con un’alzata di spalle rassegnata e velata di malinconia abbandonano il campo con l’alibi del rispetto (sono giovani, cresceranno), penso che ancora una volta il grande assente, ben oltre la sfera parentale, risulta lo stato con la sua responsabilità di essere riferimento e guida super partes per cittadini di tutte le età.

come un serpente che si mangia la coda, la responsabilità di cui sopra ricade su chi, dal dopoguerra in poi via avanti fino all’oggi, ha contribuito a polverizzare l’entità statale, a renderla trasparente e poco credibile, generando un simulacro inefficace dietro cui solo chi possiede memoria o cultura storica può intravvedere i valori fondamentali e fondanti su cui dovrebbe germogliare la vita comunitaria.

II
aspetti che chi non ha prole può intravvedere attraverso le considerazioni amicali: i figli scarrozzati a destra e sinistra (anche là dove potrebbero andare a piedi) restituiscono crescendo l’effetto di una percezione topografica muta e senza contatto con gli spazi urbani. il paese è un ambito strumentale alle proprie esigenze, non ha storia e radici. i ragazzi troppo protetti sovente non si interrogano e non guardano oltre il perimetro del personale.
siamo stati noi a privarli di una dimensione epica di base?
per questi viottoli si ruba, si esplora; viottolo turba, eccita, se ne sbuca correndo a mezzogiorno, si rivede dall’alto il paese, ridendo, con la faccia tutta impiastricciata di more.
(meneghello)

III
il situazionismo, ultimo barlume autenticamente romantico, ha ceduto lo spazio (fisico e culturale) allo smarrimento programmato entro percorsi certi / la nuova epica (cosa avevano visto i wu ming?) é l’assenza di epica, sostituita dalla sua rappresentazione puntigliosa e diligente, inodore e pertanto inoffensiva: il rapporto tra pensiero privato, atto sociale e politica obbedisce allo sforzo di non creare conflitti, aggirando e non attraversando, evitando qualsiasi contaminazione, realizzando uno scenario basato prevalentemente sulla finzione /
le nuove generazioni non si sporcano e non sporcano

probabilmente, chi sfugge a questa regola è già vecchio.