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si è prodotto un vuoto
la navigazione d’ora innanzi sarà ancor più difficoltosa

parte 2

parte 3

1947 – 2016

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ho acceso il computer per scrivere qualche breve nota epifanica
invece mi sento solo di sottolineare il grande vuoto lasciato da due maestri scomparsi proprio in questi giorni

vi sia lieve il nulla

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paul bley
Paul Bley (1932 – 2016)

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Pierre Boulez (1925 – 2016)

linea600

 

il 31 dicembre muore anche Richard Sapper (1932- 2015)
sono cresciuta con i suoi bellissimi e intramontabili oggetti

apollo verde

rest in peace

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moebius

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Di tutti gli scrittori tradotti e studiati, se Melville è stato per Pavese il miraggio e non solo per lo stile, quello che diventa come la coscienza del suo destino, oltre che il suo presagio umano, è F.O. Mathiessen. Per la comune consapevole ricerca del linguaggio, per l’esigenza di un’organica unità tra l’arte e gli uomini raccolti in comunità, per la tendenza a passare dalla realtà conquistata ad un’altra realtà, per la trepidazione di mistero di fronte al mondo, per il senso tragico e per il considerare inutile la vita, dopo aver conquistato la maturità. L’influenza di Mathiessen è quella che Pavese porterà più a lungo con sé, fino a La luna e i falò, quando si sforzerà di trovare un giusto equilibrio tra simbolo e realtà e ricercherà un linguaggio realistico-simbolico. Mathiessen avrà anche un peso nel gesto estremo di Pavese. Il critico americano si suicida infatti nell’aprile del 1950; Pavese lo saprà e ne parlerà agli amici come di un gesto che non solo per lo scrittore americano era ineluttabile. E nell’agosto dello stesso anno Pavese lo seguirà nel suicidio.
DAVIDE LAJOLO

sono sempre di meno i partigiani che ci accompagnano nelle celebrazioni, ma anche per loro bisogna ricordare che libertà significa principalmente responsabilità e investimento personale

questa foto  ricorda ermenegildo della bianchina scomparso pochi giorni fa e su facebook l’avevo accompagnata con alcune parole:

un tempo che si stacca a zolle
il tempo che mi ha avvolta come una coperta quando ero giovane, ricordi di comunisti e partigiani, e la storia come la conoscevo, pur con le sue vesciche e i buchi neri
una storia che aveva più appigli, non una lastra liscia e muta ma una carta geografica del tempo dell’uomo

questi uomini non andavano in televisione e nemmeno in parlamento, ma hanno voluto e amato fortemente il loro paese, hanno odiato il fascismo con tale intensità e coerenza da assumersi fino in fondo la responsabilità dei propri sentimenti, mettendo in gioco la vita
oggi mi pare che non si possa più parlare di sentimenti facendo riferimento alle idee politiche, si tratta quasi sempre di interessi di natura concreta, per scegliere il governo che promette le leggi più conveninienti e non le più giuste

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