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ai lavori in mostra ho scattato poche foto – bruttine
questa di me che allestisco la vetrina del vecchio metodico invece l’ha fatta emanuela paradiso

sono rimasta sinceramente contenta
grazie a tutti per il calore, l’accoglienza e la partecipazione
grazie a paola e marco per l’ospitalit�a’
e un ringraziamento speciale a chiara per i doni meravigliosi

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ricordo che la mostra rimarrà aperta e visitabile fino al 28 febbraio presso il vecchio metodico di bologna in via dell’inferno 12a


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FRAMMENTI ESTETICI DEL TRADIMENTO
a cura di elettra stamboulis e gianluca costantini
ravenna – dal 14 febbraio al 3 marzo | 2013
inaugurazione giovedì 14 febbraio ore 18

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sto lavorando a questa piccola mostra
pochi pezzi seminascosti in un minuscolo spazio disordinato e accogliente di bologna
senza pensarci troppo ho scelto un tema che probabilmente lateva senza fiatare e le idee si sviluppano quasi senza incertezze, una dopo l’altra, come se avessi portato a maturazione una serie di bisogni fino al punto di poterne esprimere fluidamente la figurazione
la mostra si intitola lividi perché parla della violenza fisica nei confronti delle donne – e ne parla senza parlare, un resoconto simbolico, a tratti quasi chrurgico
per la prima volta ho davvero scarso interesse nei confronti della cura formale dei lavori che presento: le idee sono definite, si esprimono da sole senza alcun bisogno di decorarle – si tratta di pochi simboli molto chiari: i bersagli, gli abiti bianchi foderati di carta velina nera, le bustine riempite di polvere di carbone

mi chiedo se anche questa volta ci sarà qualche anima frivola capace di confondere il discorso con una squallida faccenda di moda

LIVIDI
15-28 febbraio 2013
c|o VECCHIO METODICO
via dell’inferno 12/a
bologna


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i colori sono assai ma ben presto li saprai
al visionario fino al 31 ottobre un’installazione fotografica di claudia barberi, giovane(?) architetto udinese
sulla parete della biglietteria (ormai così carica di ricordi) sono accatastati dei cartelli montati su paletti
ciascun cartello alloggia una foto stampata su carta da fotocopie
il catalogo invece, è una striscia che ricorda i campionari pantone mentre il libro delle firme un taccuino cui sono collegati con nastri di raso dei pennarelli
l’ultimo giorno sarà possibile portare a casa la foto preferita (senza litigare, I hope)

le singole immagini non hanno in verità niente di particolare, sembrano quelle in cui ci si imbatte  muovendoci nell’incessante fotoflusso della blogosfera e di cui tanto mi lamento quotidianamente, ma l’effetto complessivo è al contrario inedito ed interessante / una installazione bulk da cui traspare la cura nella  collocazione delle foto al fine di creare sezioni cromatiche, così che l’assemblaggio regala l’effetto di un arcobaleno di carta / anche la scelta dei cartelli come supporto (simili a quelli che si piantano nel terreno, per intenderci) offre lo spunto per figurarci una staccionata colorata, un margine oltre il quale esiste, persiste e pullula l’universo di immagini indifferenti pubblicate da milioni di utenze

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[ scatti dal cellulare ]