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ho acceso il computer per scrivere qualche breve nota epifanica
invece mi sento solo di sottolineare il grande vuoto lasciato da due maestri scomparsi proprio in questi giorni

vi sia lieve il nulla

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paul bley
Paul Bley (1932 – 2016)

Boulez-conducting-595
Pierre Boulez (1925 – 2016)

linea600

 

il 31 dicembre muore anche Richard Sapper (1932- 2015)
sono cresciuta con i suoi bellissimi e intramontabili oggetti

apollo verde

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Non c’è nessun «dopoguerra».
Gli stolti chiamavano «pace» il semplice allontanarsi del fronte.
Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro.
Oltre la prima duna gli scontri proseguivano. Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d’acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra.
Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani.
Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di «libertà», «democrazia», «qui da noi», mangiando i frutti di razzie e saccheggi.
Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri.
Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi.
Difendevano l’ombra cinese di una civiltà.
Difendevano un simulacro di pianeta.
WU MING

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young people (ˈjanɡ ‘pi:pl) = anodinía e capacità di accomodarsi senza rimpianti negli spazi dell’immutabilità / musiche impeccabili e irrilevanti, che nulla aggiungono e nulla tolgono, regalano momenti piacevoli conlusi in sé stessi e privi di qualsiasi forma di interrogazione o fermentazione / la tentazione è quella di ricorrere all’attributo di frigidità.
dunque non più frammento e modulazione personale, giammai dissonanza, piuttosto citazione continua e perfettamente mascherata, amalgama impersonale e pressochè imperscrutabile di elementi del passato che procura un prodotto opaco, indistinguibile dall’ex novo e privo di evidenti chiavi di lettura storiche / non autentica originalità ma personalità in provetta, opera postmoderna nonostante il tempo trascorso, dove però la giustapposizione ha ceduto il posto all’amalgama degli elementi / morte della trasparenza – latitanza dello stile

2
un siffatto processo di dissoluzione e rimescolamento può – per alcuni e in certi casi – costituire presupposto di modernità e rappresentare un tratto evolutivo, di costruzione?

…spezzare tutti i falsi legami gerarchici tra le cose e le idee, distruggere tutti gli strati ideali divisori tra di loro. È necessario liberare tutte le cose, permettere loro di entrare in libere unioni, proprie della loro natura, per quanto bizzarre queste unioni sembrino dal punto di vista dei legami tradizionali consueti. È necessario dare alle cose la possibilità di stare in contatto nella loro viva corporeità e nella loro varietà qualitativa. È necessario creare tra le cose e le idee nuovi vicinati che rispondano alla loro effettiva natura, porre accanto e unire ciò che è stato fallacemente diviso e allontanato e disgiungere ciò che è stato fallacemente avvicinato.
M. Bachtin (cit. in new italian epic – WU MING)

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conseguenze di un quarantennio di messaggi inneggianti a una concezione sospesa, edonista e indifferente del mondo (costruzione programmatica di un sistema basato sul commercio della superficie), che non conosce un prima (o più probabilmente ne disconosce la sostanza, salvandone la forma e gli stilemi) e conserva l’adesso quale proiezione confortante di un dopo che non si arruga e non arrugginisce / tale ambito sospeso é luogo ideale dell’inneffabile sofisticato e mai gratuito cui spesso aspirano anche i migliori giovani occidentali, quelli più istruiti e affinati / la loro capacità di individuare lo stato di equilibrio ottimale é sorprendente: sono saggi – e ottusi, non si addentrano nei territori dell’incerto e i loro dubbi agglutinati-disciplinati orbitano saldi abbracciando la sfera del pragma / del resto, domande sensatamente concrete pretendono risposte puntuali e circostanziate

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piu distintamente, ma non meno fondamentalmente di ogni merce, la Jeune-Fille costituisce un dispositivo di neutralizzazione offensiva.

prendete la vita dal lato giusto, visto che la storia va nel senso sbagliato.

sin dall’origine, l’assoluto dei rapporti è stato pervertito e, in una società mercantile, vi è certamente commercio tra gli esseri ma non vi è mai una ‘comunità autentica’, mai una conoscenza che sia di più di uno scambio di ‘buone maniere’, anche se portate all’estremo del concepibile
TIQQUN

Mary Halvorson: guitar
Jonathan Finlayson: trumpet
Jon Irabagon: tenor & soprano saxophones
John Hébert: bass
Ches Smith: drums, percussion

 

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ticket261014
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ricomincio con oggi a pubblicare (anche se non so con quanta e quale regolarità) la mia rubrica seven days a note, per raccogliere in scalette periodiche gli ascolti pseudo-settimanali – occasione di questo ricominciamento, che probabilmente servirà più alla sottoscritta per fare ordine mentale che a voi radi passanti, è stata la scorpacciata di uscite discografiche recenti, in particolare a dicembre e nel periodo festivo

le playlist di fine anno costituiscono un ottimo riferimento per colmare le lacune e scoprire tesori della discografia recente passati inosservati e l’esordio del 2013 è dunque accompagnato dall’ascolto di alcuni capolavori e da altri interessanti o controversi prodotti che meritano (forse?) di venir segnalati sul blog
come ormai si sarà capito non si tratta di scelte commerciali (evito pertanto i commenti sull’ultimo bowie che ha fatto così tanto scalpore pubblicando un brano gradevole quanto scontato che ben poco aggiunge al panorama odierno del pop – lo si ama perché si ama o si è amato bowie, forse per nostalgia, non certo per la bellezza sconvolgente della musica, che probabilmente ricorderemo per qualche  settimana, forse solo giorni …)

in effetti, sempre più difficile con il passare degli anni poter guardare con entusiasmo alla produzione culturale e artistica in qualsiasi campo – a volte per esempio (anzi spesso) mi dico che il rock è morto, seduto sulla ripetizione di se stesso – ma sporadici episodi fanno intuire che in quello come in ogni altro genere ci sarebbe spazio per l’evoluzione, solo che probabilmente hanno ancora da nascere i predestinati cui è riservata tale missione – nonostante questo di tanto in tanto sorprendono inaspettati tesori, o piccole gioie deliziose, o dischi realizzati con cura straordinaria pur senza la pretesa di sfondare chissà quali barriere del già visto e già sentito
l’importante (almeno per la sottoscritta) è non accontentarsi (ma scavare, scavare, scavare…) (altro…)



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sono giornate di sole e di riunioni
ed anche se ho l’influenza è comunque piacevole uscire
attraversare la città nell’aria tiepida e piena di luce

ho cucinato i muffin – avevo una gran voglia di fiori, così ci ho messo della farina di mandorle e qualche cucchiaio di sciroppo di sambuco, quello dell’azienda pecol di raveo (altro…)

è arrivato
lo aspettavo da alcuni mesi 

 

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VENERDI’ 2 Marzo 2012
CAFFE’ CAUCIGH
Via Gemona 36
Udine
Tel. 0432 502719

JERRY BERGONZI THREE


Jerry BERGONZI : sax tenore
Dave SANTORO : contrabbasso
Andrea MICHELUTTI : batteria

presenterà un repertorio tratto dal suo cd
“Three for All”

Sabato 3 Marzo h.16-19
Masterclass
presso la scuola di musica di codroipo
Via 4 Novembre Codroipo
Tel. 349 395 0704