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Martin Munkacsi

  1. edmond jabès
  2. henry cartier-bresson
  3. louise bourgeois
  4. martin munkácsi
  • st: charlemagne palestine

 

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Quando dalle spalle mi sfilerai lo zaino
E’ troppo pesante, non lo puoi più portare
E con gesto deciso indicherai
Il luogo dell’approdo,
Cadrà neve d’agosto
Sarà sera
E lampada ai miei passi
Sarà la tua parola.

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Il vento ti farà ammalare
Vuole la tua trachea e i tuoi bronchi.
Continuerà a provarci ed alla fine
Vincerà lui.

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FRANCO BUFFONI

 

DIARIO:

corrispondenza delle ore – di luci e temperature
parole che non si conoscono e nemmeno si prevedono

cartoline liquide – allagano l’appartamento

dentro a luoghi estranei e quasi avversi
lei non è padrona delle stagioni

lei non è – padrona

09-14-006

dotted

[ per i giovani figli ]

scende la sera
scende sempre più presto
perché l’estate finisce
e bussa l’autunno

l’autunno ha un cappello a forma di castagna
e dorme tra le montagne
l’autunno ricorda un bicchiere di vino
e ha odore di fuliggine

una stella cometa lo trascina altrove
quando cade la prima neve
file di scoiattoli battono i denti
sono la colonna sonora dell’inverno

che è una stagione coperta da stelle di ghiaccio
trasparente, silenziosa e senza giallo
cammina tra animali addormentati
e indossa una pelliccia di spilli

[ all’improvviso ]

il nero delle rondini smorza il suo candore
voli impazziti ricamano l’azzurra primavera
garriti rompono il silenzio e avvertono i bambini:
torna il tempo di giocare all’aperto!

sole sui pavimenti, oltre le tende
fino a quando la polvere si posa, sudata
la tavola si riempie di frutti colorati
e dopo pranzo arriva un caldo sonnolento

l’estate splende come una regina sempre giovane
la aspettano tutti – ricchi e poveri
belli e brutti – si scoprono e si tuffano
speranzosi che quest’anno durerà di più

magari durerà per sempre
l’estate che scioglie il mondo [ pensano ]
ma dietro l’angolo c’è sempre qualcuno
che vuole mangiare castagne …

.

FINE

.

I
anni prima, un’amica le diceva della scarsa moralità delle architetture di zaha hadid, che provocano nel visitatore una destabilizzazione gratuita e una percezione superficiale dello spazio architettonico per via di forme utilizzate in modo scarsamente causale (forme che determinano spazi astrusi e non viceversa l’attenzione alle necessità di chi li attraversa, a suscitare composizioni più consone)

II

sta leggendo manganelli – qualcuno già lo sa

attraversando le pagine si trova di fronte all’opposta sensazione rispetto a quanto sopra, testi in cui ogni parola è profondamente necessaria, ed ogni frase per quanto misteriosa conduce a una verità intelligibile, a un senso che il lettore avverte e riceve

questo libro è regalo di maggio, un tesoro – e si sente fortunata

lo legge in autobus la mattina presto, nei momenti che la scuola concede, o quando vuole frapporre tra lei e l’ottundimento udiniense uno spazio sufficientemente profondo, una distanza di sicurezza

la avvolge in quei momenti un’architettura smisuratamente necessaria

.



(altro…)





Sui ciottoli arsi del porto
donne scavate in viso
dalla fame senza speranza
pisciano immobili
senza sollevare le gonne.

So cantare le nenie nere dei funerali
allattare i bambini con queste titte secche
e vorrei un giorno di festa
mangiare pane bianco fino a sentire
la gioia del ventre troppo pieno
so cucire le stoffe
arrostire le orate
e in casa blatte e topi
li cacciamo coi bastoni.

Quando mi prende il mio uomo
sposo benedetto dai ministri di Dio
solo buio,
d’inverno coperti d’orbace
l’alba ci sveglia
coi brividi di gelo.

[ filastrocca di quando buttavano a mare i tram – 1976 ]

amore
amore umano
amore che ci restituisce tutto quanto potremmo perdere
amore della grande solitudine popolata di minuscole figure scintillanti


mario cesariny / segundo estado

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