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eppure sono giornate piene di sole

You will find me if you want me in the garden
unless it’s pouring down with rain
You will find me waiting through spring and summer
You will find me waiting waiting for the fall
You will find me waiting for the apples to riped
You will find me waiting for them to fall
You will find me by the banks of all four rivers
You will find me at the spring of conciousness
You will find me if you want me in the garden
unless it’s pouring down with rain


vedere le cose come sono rende la vita quasi intollerabile
CIORAN

… forse per questo ci rifugiamo così spesso nella piacevolezza formale: un modo come un altro di nascondere la realtà delle cose e non dover assumere la responsabilità di comprenderne la scomoda sostanza

nei giorni scorsi ho trascorso qualche ora a ritagliare le pagine di vecchi cataloghi di materiali edili assaporando la nostalgia di quegli anni molto lontani (ed a proposito del tempo che se ne corre, domani ne compio quarantotto: per migliorare il risveglio del compleanno oggi pulisco casa e preparo pane fresco e una torta di mele con noci e cannella)

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io e la rete a quanto pare compiamo gli anni lo stesso giorno
lei è più giovane però

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[quando è il momento giusto per esprimere la propria verità?
e quale il modo migliore per dirla?]






 

… sorbo, ligustro o che altro?
era la mia ultima giornata di mare

ora rimane solo l’interminabile attesa di una precaria in offerta

fronte.retro

questa settimana poca musica (e molto mal di testa)
ma il disco di angelica sanchez è stata una piacevole scoperta
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angelica sanchez / a little house – 2010 ♥
bob dylan / blonde on blonde – 1966  (1)
gonjasufi / a sufi and a killer – 2010 ♥ (2)
györgy kurtág (juliane banse – andrás keller) / kafka fragmente – 1995
kate bush / the red shoes – 1993
RH factor (presents) / hard groove – 2003  (3)
steve coleman and five elements / on the edge of tomorrow – 1986
wayne horvitz / sweeter than the day – 2001

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immagini:
un invito al perseguimento delle più sottili e disarticolate sinestesie

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a vivere immersi ossessivamente (e più o meno infelicemente) nelle idee si finisce inevitabilmente per idealizzare anche cose che invece dovrebbero essere calate nel reale e contestualizzate, demistificate, sporcate / capita invece di questi tempi che ci si trovi sempre più spesso a rifugiarsi proprio nella speculazione solitaria, nella fantasticheria e nel sogno, per una realtà malaticcia (ma ha senso attribuirle qualsiasi appellativo?) che ci respinge e che non offre sufficienti occasioni di confronto e di azione / ci converte in una generazione senescente di sognatori infelici che si concentrano sulla portata di idee spesso bellissime ma sempre più scollate dalla struttura cangiante e imperfetta del mondo

 

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poladroid – particolari altrui