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la piazza, come una famiglia
poi ci sarebbe bisogno di più (qualcuno lo penserà senz’altro), ma è già un punto di partenza
oppure posso intenderla come una boa nel mare aperto e indifferente di questa città piccolo borghese, sempre più noiosa con il passare degli anni
(hermés e birkenstock, the same old story)









VENERDI’ 2 Marzo 2012
CAFFE’ CAUCIGH
Via Gemona 36
Udine
Tel. 0432 502719

JERRY BERGONZI THREE


Jerry BERGONZI : sax tenore
Dave SANTORO : contrabbasso
Andrea MICHELUTTI : batteria

presenterà un repertorio tratto dal suo cd
“Three for All”

Sabato 3 Marzo h.16-19
Masterclass
presso la scuola di musica di codroipo
Via 4 Novembre Codroipo
Tel. 349 395 0704

ieri sera sono stata a un concerto jazz

il caffè caucigh è probabilmente l’unico luogo di udine che apprezzi incondizionatamente – uno spazio dove l’impulso di andarmene altrove recede / tantomeno mi passa per l’anticamera del cervello l’idea di veder ribaltare l’estetica e le regole di questo vecchio ritrovo raffinato e inconfondibile, velato di una sua poetica decadenza e irriducibile alla logica pacchiana dei bar di città, senza plastica o schermi e non incline ad assecondare le mode commerciali e le cadute di gusto del cliente ordinario che in genere preferisce la musica ad alto volume e gli arredi in acciaio

esco poco per svariate ragioni, tra cui quella di non sentirmi mai completamente a mio agio se circondata da molte persone – posso gestire tranquillamente la situazione quando sono in movimento (mentre cammino oppure su un mezzo pubblico) ma l’idea di trascorrere del tempo ferma in un luogo mediamente affollato è spesso causa di ansia e irrequietezza
ugualmente non amo i rumori molesti, le musiche soverchie e nemmeno le conversazioni praticate esclusivamente come passatempo mondano – sono pochi i posti in cui risulto inosservata, forse proprio a causa del mio particolare e palese isolamento, dell’ostinato muovermi sola attraverso ambiti generalmente socializzanti, dove di solito ci si ritrova in compagnia od almeno in coppia

ma da caucigh si vedono spesso persone sole o solitarie sedute a un tavolino con il giornale aperto, persone molto diverse tra loro che coprono una gamma piuttosto estesa di caratteri e ceti sociali – ed infatti anche ieri sera c’erano altre anime singole oltre a me, venute semplicemente per ascoltare
questo mi piace sempre, quando puoi anche vagamente riconoscerti nei gesti di altri, quando non percepisci la tua presenza come una stonatura rispetto al contesto e sei una tra tanti cui nessuno fa caso – dividi il tavolino con altri, scambi due chiacchere, saluti cordialmente la ragazza al banco, ma soprattutto ascolti ottima musica suonata dal vivo alla luce di poche lampade e delle candele poggiate sul bancone di marmo

il concerto si apre con un brano di wheeler, poi jarrett, shorter, e molti pezzi dello stesso kaucic, nella seconda parte persino alfonsina y el mar, e un particolare digradare dei toni, conciliante, al contrario di come succede di solito che le ultime battute sono le più intense e infervorate
mi aspettavo costantini al piano ma cessetti non è stato da meno con le sue mani piccole e veloci, mentre turchet è sempre una garanzia di delicatezza ed equilibrio – lui e il suo contrabbasso sono un’unica grande e in qualche strano modo affettuosa entità / la batteria di kaucic mai ascoltata dal vivo in precedenza (nonostante abbia realizzato la copertina di un suo disco in trio con maier e de mattia) è magistrale, non credo sia facile esibirsi in uno spazio così raccolto e gestire il suono in maniera tale che non entri in contrasto con la pacatezza degli altri strumenti

scappo a mezzanotte come cenerentola (che il giorno dopo lavoro) – intuisco che mancano poche battute alla fine e sicuramente mi perdo un bis, ma devo pedalare fino a casa ed anche se non fa freddo mi tocca di attraversare la città e spingermi verso la periferia sud

una volta arrivata ci sono i piatti da lavare
dal solito bar arrivano echi pompati di musica latina
altri mondi

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sul tavolo i kafka-fragmente nella versione ecm con keller al piano
la casa riceve le prime luci della primavera
(è il giorno dopo, il sabato del villaggio, si torna a casa con la giacca aperta e senza berretto)

ho deciso di riprendere la lettura di vita activa andando a rispolverare le vecchie sottolineature – la pulizia della scrittura di hannah arendt mi sorprende ogni volta, essenziale, moderna, senza fronzoli o accenti di vanagloria

una vecchia canzone sigilla il tramonto, l’ultimo duetto di charlie haden e hank jones inciso nel 2010, poco prima della morte del pianista – scatto queste foto mentre il sole si smorza dietro al distributore, dietro i cassonetti, dietro la palazzina del manhattan

.dietro.

c’erano altre foto sulla card, oltre a quelle della manifestazione di oggi
c’erano la nostalgia, la luce scarsa di un mattino uggioso, il grande buco di un caro amico recentemente scomparso

recentemente dura tanto tempo
la protesta invece, si è indebolita subito, con lo scendere del sole dietro i palazzi

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dire che non siamo danilo dolci e non siamo gandhi è solo un alibi per la non partecipazione a un processo di cambiamento comune e collettivo che il più delle volte non porta guadagni immediati in termini estetici, e che non è connesso con forme di creatività irregimentata (sempre basate su un margine più o meno consistente di edonismo: anche le nostre università traboccano di edonismo a molti livelli)

l’azione di denuncia individuale nel quartiere o nel paese, per quanto importante, non basta – quella a mio parere rappresenta la normalità, o dovrebbe essere così

c’è bisogno urgente di innescare processi pacifici di costruzione condivisa e di coinvolgimento, di offerta alla comunità della propria cultura e degli strumenti acquisiti / c’è bisogno di realizzare reti trans-locali, di individuare metodologie esportabili / c’è bisogno di metterci la faccia, di esporsi politicamente e di dismettere i panni mondani per indossare ruoli sociali

adriano olivetti, non steve jobs








 

da qualche mese ha aperto in via manin, in pieno centro, un piccolissimo negozio che vende prodotti a chilometri zero ed altre prelibatezze / è uno spazio minuscolo gestito con cura e con un estro che ri-fugge piacevolmente i parametri stanchi e patinati del commercio udinese
lo riconoscete facilmente per l’asse da stiro fuori l’ingresso, su cui vengono appoggiate le cassette e i cesti con i prodotti di giornata 

prezzi onesti e ottima scelta – io ci compero anche la farina per il pane del sabato!

 




[cronache da una città poco ospitale]



conosco le zone aperte di questa città, le sue strade, le piazze, molte estensioni dello spazio urbano ai piani terra per la necessità quotidiana di entrare nei negozi / rare volte mi addentro nei palazzi per accedere ad uffici posti a piani più alti, oppure è capitato in certe scuole, in biblioteca od al cinema /
ma non conosco che marginalmente la città residenziale ed i suoi spazi privati, nonostante viva qui da circa otto anni / gli udinesi si tengono stretta la privacy, non aprono i loro manieri con facilità e naturalezza / è una società urbana di provincia, cortese quanto stitica, che non ama mescolarsi /

pensando a venezia per esempio, posso dire di aver salito molte scale e visitato moltissimi appartamenti, di conoscere le calli ma anche le cucine e i salotti della città, le sue tende, la vista sullo spazio esterno che si ottiene sbirciando dalle diverse finestre / in tal modo la città vissuta sviluppa un negativo e un positivo spaziale, la sua volumetria si fa più completa e complessa / se invece dovessi realizzare un calco degli spazi che vivo adesso, sarebbe un calco di spazi aperti e piani terra, un calco che include centri commerciali e stazioni – ma senza scale di condominio o significativi sviluppi nel privato / risulta di fatto un calco muto, a temperatura ambiente / privo di memorie individuali condivise, si ferma all’imbocco dei pianerottoli residenziali

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(altro…)

sabato 28 maggio prossimo alle ore 17.30 antonio della marina e alessandra zucchi aprono le porte della loro galleria d’arte sonora e spaziale, nuovo ambiente dedicato alla sperimentazione musicale in udine, viale volontari della libertà numero 43
il programma inaugurale prevede un contributo di michael j. schumacher, artista e curatore americano, promotore e sostenitore dell’arte sonora a livello internazionale / è il fondatore e direttore artistico della diapason gallery a new york, una delle prime e più longeve gallerie d’arte sonora del mondo /
sarà una sua audioinstallazione dal titolo unintending la prima delle opere ospitate all’interno di spazioersetti / si tratta di una composizione per computer costituita da migliaia di frammenti musicali diffusi all’interno della sala d’ascolto tramite un impianto di diffusione a otto canali /
l’esposizione sarà preceduta da una breve introduzione sul tema dell’arte acustica o arte dei suoni con esempi ed ascolti tratti dall’ampio catalogo della sua galleria che negli ultimi 15 anni di attività ha ospitato più di 300 artisti /

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a cura di:
antonio della marina
alessandra zucchi
associazione culturale continuo

 

programma inaugurazione

1730 benvenuto
1800 quindici anni di arte sonora a new york, esempi e ascolti dall’archivio della diapason gallery
1845 brindisi
1930 michael j. scumacher – unintending, composizione algoritmica 8 canali.
2100 commiato

 

il sito di spazioersetti esiste ma è ancora tutto da riempire:
www.spazioersetti.it