monthly archives: aprile 2011

l’inconsistenza piacevole del genere indie* ben incarna l’edonismo capillarmente diffuso che imbeve il tempo presente di  molti, e la propensione a rifugiarsi in dimensioni estetiche più intime, basate su una forte componente individuale /
si potrebbe dire che l’indie è una delle espressioni estetiche più gradevoli e subdole del qualunquismo (non solo culturale) cui ci siamo gradualmente votati negli ultimi due decenni
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posto che ogni categoria implica inevitabili sbavature e sconfinamenti

questa settimana poca musica (e molto mal di testa)
ma il disco di angelica sanchez è stata una piacevole scoperta
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angelica sanchez / a little house – 2010 ♥
bob dylan / blonde on blonde – 1966  (1)
gonjasufi / a sufi and a killer – 2010 ♥ (2)
györgy kurtág (juliane banse – andrás keller) / kafka fragmente – 1995
kate bush / the red shoes – 1993
RH factor (presents) / hard groove – 2003  (3)
steve coleman and five elements / on the edge of tomorrow – 1986
wayne horvitz / sweeter than the day – 2001

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immagini:
un invito al perseguimento delle più sottili e disarticolate sinestesie

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1924-2011   †

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a vivere immersi ossessivamente (e più o meno infelicemente) nelle idee si finisce inevitabilmente per idealizzare anche cose che invece dovrebbero essere calate nel reale e contestualizzate, demistificate, sporcate / capita invece di questi tempi che ci si trovi sempre più spesso a rifugiarsi proprio nella speculazione solitaria, nella fantasticheria e nel sogno, per una realtà malaticcia (ma ha senso attribuirle qualsiasi appellativo?) che ci respinge e che non offre sufficienti occasioni di confronto e di azione / ci converte in una generazione senescente di sognatori infelici che si concentrano sulla portata di idee spesso bellissime ma sempre più scollate dalla struttura cangiante e imperfetta del mondo

 

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poladroid – particolari altrui

tracciamenti su piauì magazine #54!
un mio disegno del 2006 accompagna le poesie di zulmira ribeiro tavares 

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