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a novembre avevo segnalato l’uscita dell’ultimo numero della rivista GIUDA e finalmente, dopo alcuni mesi, ho potuto sfogliare le (bellissime) copie che l’editore mi ha spedito in cambio della mia felice partecipazione.
il volume, prezioso nel suo insieme, mi ha soddisfatta particolarmente per quanto riguarda le sei stampe delle collezioni instabili, questa volta senza margine bianco e pertanto più incisive. anche la carta vergata migliora il risultato finale. dal sito delle edizioni ecco alcune note sintetiche sul tema intorno al quale ruotano le storie di questo numero:

Bologna negli anni ’80, in quello scorcio in cui tutto cambiò. dalla chiusura delle osterie tradizionali all’intenso fuoco di una generazione che sperimentò tutto. Francesca Alinovi è la bussola di questa mappatura. Attraverso i ritratti di coloro che allora c’erano, e in qualche modo furono con lei a contatto, si ricostruisce una geografia arbitraria, come tutte le geografie, di un paesaggio umano.
Arricchiscono il volume le storie a puntate di Ciro Fanelli e di Elettra Stamboulis e Angelo Mennillo giunte al quinto episodio. Apre il numero il visionario afroamericano Mac McGill, disegnatore psichedelico  legato a molti collettivi anarchici della grande mela. E come sempre anche le false pubblicità sono disegnate dagli autori e fanno il verso a un mondo che continuamente vuole ghermirti e persuaderti a fare qualcosa. 

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naturalmente vanno segnalati i preziosi e mirabolanti contributi di

Armin Barducci
Gianluca Costantini
Darkam,
Ciro Fanelli,
Rocco Lombardi,
Mac McGill,
Angelo Mennillo,
Nicolo Pellizzon,
Liliana Salone,
Alice Socal
e alle parole: Elettra Stamboulis

per procurarsi al più presto una copia di GIUDA V – link

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Quando dalle spalle mi sfilerai lo zaino
E’ troppo pesante, non lo puoi più portare
E con gesto deciso indicherai
Il luogo dell’approdo,
Cadrà neve d’agosto
Sarà sera
E lampada ai miei passi
Sarà la tua parola.

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Il vento ti farà ammalare
Vuole la tua trachea e i tuoi bronchi.
Continuerà a provarci ed alla fine
Vincerà lui.

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FRANCO BUFFONI

 

DIARIO:

corrispondenza delle ore – di luci e temperature
parole che non si conoscono e nemmeno si prevedono

cartoline liquide – allagano l’appartamento

dentro a luoghi estranei e quasi avversi
lei non è padrona delle stagioni

lei non è – padrona

09-14-006

dotted

[ per i giovani figli ]

scende la sera
scende sempre più presto
perché l’estate finisce
e bussa l’autunno

l’autunno ha un cappello a forma di castagna
e dorme tra le montagne
l’autunno ricorda un bicchiere di vino
e ha odore di fuliggine

una stella cometa lo trascina altrove
quando cade la prima neve
file di scoiattoli battono i denti
sono la colonna sonora dell’inverno

che è una stagione coperta da stelle di ghiaccio
trasparente, silenziosa e senza giallo
cammina tra animali addormentati
e indossa una pelliccia di spilli

[ all’improvviso ]

il nero delle rondini smorza il suo candore
voli impazziti ricamano l’azzurra primavera
garriti rompono il silenzio e avvertono i bambini:
torna il tempo di giocare all’aperto!

sole sui pavimenti, oltre le tende
fino a quando la polvere si posa, sudata
la tavola si riempie di frutti colorati
e dopo pranzo arriva un caldo sonnolento

l’estate splende come una regina sempre giovane
la aspettano tutti – ricchi e poveri
belli e brutti – si scoprono e si tuffano
speranzosi che quest’anno durerà di più

magari durerà per sempre
l’estate che scioglie il mondo [ pensano ]
ma dietro l’angolo c’è sempre qualcuno
che vuole mangiare castagne …

.

FINE

.

novembre finito lascia alle spalle una certa quantità di fotografie che lei non si sente di ammucchiare sul blog essendo state scattate nel corso di varie settimane / le fotografie (anche questo già scritto le pare di ricordare) sono prese velocemente con il cellulare
sgusciano all’indietro e non si impongono sul presente che pare piuttosto rappresentato da un continuo svuotarsi di una pentola che ha il buco sul fondo
forse si tratta di un lavandino e attraverso un tubo quelle foto finiscono da qualche altra parte – stamattina pensa che potrebbero trasformarsi in piccole cartoline così piccole che quasi le conterrebbe una scatola di fiammiferi

ci sono stati due compleanni
in particolare quello della madre ormai di molte lune fragile e traslucida avvolta in una nuvola di zucchero a velo scappata dalla gobba di una grande torta (altro…)

un altro piccolo libro / another tiny book

ESTATE
4 x 6 cm
30 pp

 

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rose, oh reiner widerspruch,
lust, niemandes schlaf zu sein untersoviel lidern

 

 



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a book
and a set of cards in the shop to celebrate

en-joy

 



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la gola è una zucca
la città una pozzanghera
il letto un’astronave

la giornata travestita da domenica ci inganna tutti
e siamo come bambini

sono stata poco bene
mali di stagione che durano per giorni e che non migliorano nonostante il riposo prolungato

in coda, quello che rimane è una tosse secca e stizzosa – la trascino in giro per le stanze e provo a domarla con infusi caldi di zenzero salvia e miele – ma lei è più forte, più testarda, più cattiva – si ripropone all’uscita dai sogni, al risveglio del mattino, o quando intercetto una corrente d’aria

mi sento così – vagamente sconquassata

  • nella prima foto una pagina  di canetti e una vecchia foto di mia madre
  • progetto e utopia di manfredo tafuri
  • incipit di progetto e utopia (1973)
  • l’ultima foto scattata tanti anni fa da mio padre ad una delle sue architetture


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