cantico dei campi (ho fotografato l’erba pelosa)
all’aprile (non ancora) liberato
poema della campagna (non) addomesticata
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ho fotografato l’erba pelosa
franata dopo una notte di pioggia
anarchia delle frane – che non convergono
le lotte di oggi, analogamente autistiche
non offrono uno spettacolo altrettanto affascinante
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la stagione si porta avanti
le piante gonfie di fiori stordiscono lo sguardo
ma finalmente la fioritura arriva alle narici
il caldo sparpaglia gli odori – l’ebbrezza cresce
–
l’autobus attraversa paesi immoti che paiono deserti
(paesi nel fantasma del pomeriggio)
immobili – dove la gente si nasconde
l’intensità neutra della luce imprime quella fissità di provincia
tutto è – precisamente indefinito – latente
vibra nei suoi margini – iperrealismo di campagna
vetrine e trattori
–
la colza in fiore – gialla come il sole
abbaglio smisurato dei campi coltivati
e una goccia
una goccia in bilico …
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[ essere capace – nell’aprile incerto tra sonnolenza e ardore – di smisurate anarchie ]








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