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0210-001

ieri leggevo su femminismo a sud una lettera dedicata al razzismo di quartiere, che tocca il tema del difficile rapporto con quegli amici o conoscenti che esprimono posizioni di intolleranza o idee politiche in contrasto con le nostre /
di questi tempi mi capita spesso e non unicamente in merito al razzismo – forse mi cava dall’impiccio il solo fatto di non intrattenere ultimamente relazioni significative con chicchessia e dunque potermi concedere il lusso codardo dell’isolamento e della defezione silenziosa

ma ho inteso ugualmente la sgradevole sensazione di osservare i nodi impresvisti e insospettabili che vengono al pettine – e per nodi intendo il passaggio a un livello successivo di conoscenza del prossimo conseguente alla propria esposizione, alla compromissione personale anche minima, come nel caso di offrire degli spiccioli con cortesia e com-passione a un immigrato che chiede la carità in un bar
quando succedono queste cose cambia il paesaggio, cambia la valenza dei luoghi e il nostro senso riconoscimento e di rispecchiamento nell’altro quotidiano va in crisi – è una brutta sensazione, scoraggiante /
bisognerebbe però, e questo è un punto della faccenda che rimane spesso inevaso, non trarre le conclusioni troppo in fretta, quanto meno non definire il prossimo da un unico episodio, perché la realtà umana mi pare ben più intricata
tanti anni fa gli special aka avrebbero affermato sbrigativamente if you have a racist friend now is the time for your friendship to end
oggi la faccenda si è fatta più delicata e complessa qui da noi che siamo un paese poco avvezzo ai rapporti con il diverso / infatti, pur avendo una storia carica di contaminazioni e contatti con lo straniero siamo proprio un triste paese con scarsa memoria, che rimuove in fretta tutto ciò che può andare a intaccare anche minimamente le comodità individuali – un paese di insicuri che da anni chiudono la porta di casa a doppia mandata – non ci sono quasi più sedie fuori dalla porta, nemmeno nei paesi, perché ognuno guarda la televisione per conto suo, al sicuro dentro casa

proprio per questa ragione ritengo che in simili casi operare ulteriori rotture sia di scarsa utilità – mi trovo a disagio e perplessa di fronte alle posizioni estreme (anche e soprattutto la mia, quando capita) e una voce interna mi dice che sarebbe meglio parlare, beneficiare fino in fondo dell’occasione preziosa rappresentata dall’amicizia o dalla vicinanza, vivere il proprio quartiere come fosse una casa e parlare, scambiare le idee, confonderle e difenderle – non credo che esista altro modo, rispetto al contesto descritto nella lettera / davvero difficile trovare altra via per la costruzione – ma sono certa che la rottura intransigente andrebbe a generare ulteriori barriere, ulteriori solitudini

per esempio, pensare che anche i vecchi sono persone che vengono discriminate ogni giorno e capire le loro fragilità e le loro idosincrasie significa provare a comprendere e rispettare le delicate questioni di entrambe le parti in causa (o delle tante parti in causa) – ho visto spesso la diffidenza sciogliersi là dove la conoscenza reciproca ha permesso di dissolvere le nebbie dell’ignoranza
grazie al cielo, e voglio crederci, nel rapporto diretto capita anche che le persone siano ancora e solo persone, e che sia possibile dimenticare le brutalità ideologiche di ogni sorta
da questo mi pare dunque si pdovrebbe partire, da un piccolo bar di quartiere o dalla propria piazza, dal salotto con le amiche o dai banchi di scuola – con pazienza (…molta pazienza!)

tu_dove_vivi? a_Portogruaro____quando_ho_un_lavoro.
e_tu_hai_un_lavoro?____________________________
Poi_hanno_ripreso_la_loro_lingua_lontana.

dal blog di solo_in_linea


(ultima neve di città – rimasugli)
torno a udine dopo tre giorni e trovo l’appartamento gelato e la caldaia rotta
mi accorgo che la rete non mi manca, che aggiornare il blog è solo una delle possibilità / chi mi legge lo fa saltuariamente e senza necessariamente il desiderio di approfondire o di scambiare qualcosa / i blog in linea di massima servono ai lettori per prendere senza restituire alcunchè
niente grazie, nessuna fattualità – piuttosto molte permalosità e risentimenti, soprattutto quando i lettori si accorgono che manco di accondiscendenza e diplomazia / scopro ogni giorno che qualcuno ha tolto il link a tracciamenti dalle sue pagine per via del fatto che il mio atteggiamento non è lusinghiero o compiacente (ritengo che la qualità dei contenuti non abbia a che fare con tali scelte, essendo di fatto abbastanza costante) – niente di grave – in verità i blog che frequento sono davvero pochi, alcuni nel corso dell’ultimo anno sono franati in briciole, altri mi hanno stancata, altri ancora mi hanno delusa

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poi vengono a leggerti lo stesso, anche se hanno tolto il link

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capita dunque che debba accendere il forno per scaldare casa e che non vi sia forno o stufa possibile per scaldare la blogosfera / capita di osservare i ragazzi da lontano, come meteore irraggiungibili che nemmeno mi sfiorano
ho troppi anni, troppi dolori, mi addormento con difficoltà e mi sveglio spesso dopo sonni brevi e inefficaci
non scrivo che poche righe – non disegno
a pensarci non posso nemmeno fare la doccia

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nel tempo, varie persone hanno affermato su questo blog che la bellezza è un bene necessario, qualcosa di imprescindibile / io stessa più volte ho sostenuto questa tesi /
ugualmente mi pongo di fronte a tale affermazione con atteggiamento dubitativo, considerandola non in termini assoluti ma relativamente ad alcune premesse / si potrebbe obiettare che la bellezza non può esistere se non in quanto assoluto, assolutamente presente a se stessa e fine a se stessa, assolutamente vera, interna e distante ancora, assoluta conciliazione degli estremi /
ma di fronte al mondo, e a distanza di tempo, queste sembrano teorie prive di sostanza reale, circonvoluzioni del pensiero – anacronistiche, ottuse, devianti
nel porre mano ai lavori qualcosa mi frena, la mia testa è piena di domande inevase che di conseguenza ricadono sul blog
innanzi tutto ho deciso di concedermi alla scrittura nella mia lingua, l’italiano, per poter esprimere con la massima precisione possibile i miei pensieri quando necessario – è già tutto talmente approssimativo che aggiungere ulteriori sfocature mi pare deleterio /
non si tratta poi di essere leggeri o pesanti, ma di non evadere una questione di coscienza
mi auguro che le domande fluttuanti mi riconducano allo studio, alla lettura, a consuetudini abbandonate nel corso di quest’anno non necessariamente problematico, ma particolarmente solitario e privo di gratificazioni umane abbastanza intense / nella distanza dal piacere si sviluppano particolari forme d’evasione, surrogati e strategie di sopravvivenza, alcuni degni di considerazione (nel mio caso il disegno e l’operosità) altri invece deleteri e causa di dipendenza (il sorvolare i libri anziché leggerli, ad esempio, o la sclerotizzazione dei diari scritti) /
insomma, l’unico modo per poter sostenere il peso di certe domande è lo studio, inteso come sperimentazione e vaglio delle possibili risposte / capire come vadano a disporsi od a dissolversi i contenuti, cercare la forma che corrisponde al sentire, soprattutto /
il diario, così inteso, non è più solo meteorologia o racconto della cornice, ma diventa sbaglio, ipotesi, azzardo
mi aiuterebbe a sentirmi più vera di fronte a chi legge e ad arrivare in fondo alla giornata più stanca, anche – speriamo con le braccia meno tese

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quello che manca, dicevo, nelle affermazioni relative alla bellezza, è la coscienza di una definizione possibile / quanti di noi infatti saprebbero definire cosa sia bellezza, e dire con chiarezza se e (nel caso) perché ce ne sia davvero bisogno adesso?
la mancanza dello sforzo di definizione è ormai strutturale e sancisce la nostra stessa sottocultura /
in tal modo qualsiasi sforzo, qualsiasi azione, perde di forza e diventa lo spettro di se stessa

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on his blog john gall ask you to vote your favorite nabokov cover on the vintagebooks website
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aris has many nice drawings in her blog, and often tells maternal side of life..
would really like to own one of her diaries!
these days she also has a giveaway
discovered through nathalie blog :)



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