scorrono giorni senza aprire un libro – impercettibilmente più vuoti
il treno è veloce – il viaggio di un quarto d’ora
non c’è tempo sufficiente per concentrarmi sulla lettura o sul diario
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inaspettatamente – sono i bambini più fragili a usare la parola verita’
moscerini che masticano un elefante – tesori friabili e piccole magie
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ps
la cinquecento era parcheggiata proprio di fronte alla porta di casa
le parole sono di roland barthes







il sole taglia di sbieco la stanza
indora le pareti e gioca con le tende
è un sole radente, coperto da un tetto di nuvole scure
a volte anche il cielo ha un soffitto

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ps/ grazie a fuchsia per i commenti solidali
al mercato ho trovato due vecchi volumi del castoro: esenin + boine
poi una borsetta in tweed profilata in cuoio spazzolato bordeaux e un piatto bicolore
pure una camicia e una giacca estiva, a dire il vero
ma gli oggetti sono belli anche da guardare, senza pensare di portarseli a casa




(parole: giovanni boine)
non basta una gita in bicicletta a sistemare il mondo
aiuta l’animo, questo è certo
ma non dimentico a lungo le tristi ore di emergency
e nemmeno le affermazioni striscianti che arrivano dalla farnesina
è un tempo infame, di scarse speranze, di vaghezze e cincischi
>>> io sto con emergency – per firmare la dichiarazione di solidarietà / link
muore edmondo berselli – un’altra intelligenza che mancherà
siamo a pezzi
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gita in bicicletta – c’era il mercato dell’usato a via di giusto
ho rivisto un’amica dei tempi della pallacanestro
sua figlia ha il mio stesso nome
è stata una giornata di nuvole



decido di non muovermi, di lasciarmi trasportare
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mentre vado verso il caffè, la piazza rivela alcune bancarelle quasi soffocate dal bianco
in un mucchio di vecchi stracci ho scovato un soprabito blu di gabardina e una camicia celeste
le cose – vissute da altri, toccate da altri, sporcate da altri – mi chiamano con più forza
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poi essere così
essere come quella casa lì
con le pareti sostituite da lievi azzurri fogli di plastica che si gonfiano di correnti d’aria,
teli fermati in modo perentorio e drammatico da vecchie assi assemblate stocasticamente
che sconvolgimento, essere così!
plastica legno vecchi intonaci – travi a vista puntelli e calcinacci
intorno una lamiera che già comincia a imbrunire di ruggine e segnalatori catarifrangenti
una casa priva di sé, che conserva i contorni e le aderenze della memoria
essere così – squarciata ed esposta
malamente suturata, slabbrata, accerchiata
un vuoto urbano – pieno zeppo di dettagli









