da quando il centro destra ha preso il governo, il dibattito a sinistra si è impoverito fino a rappresentare ormai poco altro che un ronzio fastidioso e continuo volto a screditare il premier ed i suoi alleati / nessuno o quasi tra i politici dell’opposizione si è pre-occupato del vuoto che si celava e lievitava dietro tali invettive, al punto che non riesco a ricordare nella recente campagna elettorale alcuna dichiarazione programmatica chiara e risonante, che fosse comprensibile a tutti ed anche minimamente allettante /

credo che la gran parte di quelli che ancora lo fanno, votino a sinistra per il principio in sé, per l’idea di bene popolare e di uguaglianza che ha accompagnato lotte e rivendicazioni di un remoto passato / e immagino (o mi auguro?) siano ben pochi quelli che invece hanno scelto di votare oggi perché convinti in merito alle qualità politiche dei candidati e tantomeno in virtù della loro lista programmatica /
temo, ad indagare più a fondo la questione, di scoprire scarse e deboli differenze con le proposte politiche del centro destra, e sempre più mi convinco che sarebbe ora di astenersi dal votare le stesse figure che vediamo in giro per i corridoi da vari decenni e che vanno rimescolando le carte con scarsa abilità e soprattutto secondo logiche poco chiare /

quando ho rifiutato di votare pd mi si è criticato un atteggiamento reazionario da astensionista – oggi, non aver votato quel partito mi solleva la coscienza di un grave errore, così come sono stata convinta di aver voluto lanciare un segnale chiaro anche alle frange comuniste, divise e polverizzate / credo che la mia astensione sia stato un messaggio più chiaro ed anche più convincente di chi da sinistra si è tappato il naso decidendo di dare il suo consenso alla coalizione più larga, senza riflettere sul fatto che quella coalizione non era di sinistra e soprattutto che non si può continuare a votare solo per far perdere la parte opposta /
c’è urgente bisogno di votare delle proposte che possano risollevare le sorti di questo paese, salvaguardarne la cultura e le istituzioni, e garantire la giustizia a tutti coloro che vi si trovano o che vi arrivano da altre parti del mondo /

ieri, alla ripresa di anno zero, riconoscente a santoro per la bella esperienza di rai per una notte, mi sono resa conto che ci sono i giornalisti per raccontare i fatti e far luce su una serie di infamie e scorrettezze e che i politici, invece, dovrebbero occuparsi di offrire alternative plausibili volte a migliorare la situazione / gli stessi politici, qualora non fossero in grado nell’arco di un certo ragionevole periodo di tempo, di mettere in piedi un programma accettabile, dovrebbero rinunciare al loro lauto stipendio e dimettersi, lasciando spazio a nuove intelligenze, a nuove proposte, a qualche faccia che ancora non abbiamo visto e che potrebbe avere qualcos’altro da dire e da proporre /

alla radio un giornalista ha affermato che la sinistra manca completamente di creatività / io credo che al momento la sinistra manchi completamente di sinistritudine, che sia un entità priva di definizione e di chiarezza, e credo che sia così da quando le frange più autentiche sono state estromesse dal parlamento grazie a un sistema di voto altamente imperfetto /
mi riallaccio dunque a quanto affermato da bertinotti tempo addietro, circa la necessità di creare un movimento capace di includere e dare voce alla sinistra reale, inglobando forze coerenti che attualmente marciano divise / non si tratta solo di prendere voti ma di incontrarsi su un territorio che sia realmente comune e condiviso / si tratta di poter vedere affissi manifesti convincenti, senza tacchi a spillo, e si tratta di ascoltare comizi e talk show in cui i politici si sforzino di elaborare proposte chiare, senza perdere il loro tempo a sputare veleno contro un premier che ormai sappiamo fin troppo bene quanto male stia facendo a questo paese /

basta polemiche sterili, per favore
ci sono (almeno) tre anni prima delle prossime elezioni
cerchiamo di prendere un respiro e ricordare cosa significa essere di sinistra /

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si stanno accumulando gli argomenti per una serie di post
(altro…)

sento di attraversare un momento molto delicato in cui l’assenza di soluzioni evidenti potrebbe convertirmi a un’intransigenza esasperata

eppure gli occhi non si stancano di guardare – ed ogni sguardo è quadro

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musica: branduardi
parole: kandinsky


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ricevo in posta da francesco una sconcertante notizia che non penso abbia bisogno di commenti, circa le ultime proposte della ministro gelmini in materia di programmazione …

se ne parla anche su femminismo a sud

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senza-resistenza

due tiny book sono in volo per raggiungere chicago
saranno esposti allo zine show organizzato da the post family in occasione di NEXT

grazie a ina weise per l’invito :)

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sempre più strette mi vanno le giornate nel mio paese
in particolare questi pomeriggi tristi di elezioni
mentre la televisione ronza le prime proiezioni dai seggi

terminare la supplenza al liceo è stato un sollievo –
l’arte ormai considerata in molte scuole come l’ultima ruota del carro /
da ragazza, quando studiavo, era la materia della preziosità, dell’essenza,
il racconto di ciò che travalica il tempo e quasi lo sconfigge…

per rasserenarmi scrivo di un piccolo concerto – di un pomeriggio morbido di sole
alla libreria feltrinelli brown and the leaves (il progetto musicale di mattia del moro)
presentano il loro disco landscapes - opera prima di buona qualita’
echi soffusi di nick drake, ben watt, belle & sebastian, ray lamontagne …
una scaletta di pochi pezzi ben eseguiti con la presenza imprevista del violino /
un momento quasi perfetto, così che mentre ascolti puoi leggere, scrivere o perfino disegnare
poca gente, ma interventi entusiasti e una giornalista di radio onde furlane a intervistare

ps / la luce è tornata – sulla moleskine germogliano i primi schizzi a matita

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  1. brown and the leaves / fragments
  2. concerto – la scaletta
  3. concerto
  4. moleskine 03.10
  5. moleskine 03.10

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la primavera porta con sè debolezze smisurate
ma anche luci bellissime

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