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1.la prima volta che ho ascoltato una frase del genere è stato qualche anno fa in una scuola media, durante un consiglio di classe con i genitori – un insegnante (donna – ndr) volle rassicurare un papà preoccupato dalle prime attenzioni del figlio per le ragazze con la battuta: meglio se gli piacciono le ragazze no? pensi se fosse gay!
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il fatto è che probabilmente le persone vogliono vedere immagini di belle case e vestiti graziosi – leggere parole allegre, pensieri minimi come didascalie, accondiscendenti / vogliono piatti grondanti cibi sfiziosi, sapienti sfocature, residenze glassate e paesaggi che tolgono il fiato / vogliono leggere di vite straordinarie – cercano spunti per il loro guardaroba e per arredare il salotto anche la banalità deve sembrare elegante, ben ombreggiata, servita con un contorno di verdure fresche, magari … io non sono capace né voglio proporre niente di tutto ciò la mia vita è spesso noiosa e si svolge in una periferia qualunque e priva di particolari attrattive di una città mediocre / abito una casa semplice e molto disordinata, e presto poca attenzione all’arredamento e sempre meno anche al vestiario / mi affeziono alle cose, lascio che mi invecchino intorno e addosso, come pelli gregarie, o protesi – mi stanno a cuore il benessere delle persone, la giustizia politica, la cultura questa mia vita è tradotta nel blog sotto forma di immagini spesso ripetitive e frammenti che si incollano a un calendario intimo – parole, musiche, presenze, ephemera … una perenne idiosincrasia nei confronti degli ornamenti e dei vezzi borghesi e un’incorreggibile antipatia nei confronti di chi fa le cose meglio di me + |
ho cominciato questa estate disperata per una prigione che andava (e va) via via chiudendomisi intorno / poi ho scelto di reagire, di regalarmi attenzione e persino un viaggio / so bene che ci saranno stagioni in cui questo non sarà (più) possibile, in cui le incombenze mi porteranno a vivere in modo meno felice / l’esilio penoso in questa misera città borghese è già un passo non indifferente in tale direzione e la mancanza di lavoro dovuta anche alla grave situazione politica (cui sempre troppo pochi sembrano far veramente caso) mi offrono una prospettiva affatto divertente / ma oggi – leggendo su un paio di blog esternazioni lamentose da parte di ex combattenti in fase di ripiegamento senile (come chiamarle altrimenti?) mi sale una rabbia incontenibile nei confronti di chi non si sofferma abbastanza ad apprezzare le cose che ha a disposizione, fosse solo il privilegio quasi frivolo di abitare un luogo vicino al mare, o una città vivace e ricca di situazioni / una rabbia che annichilisce persino gli slanci affettivi – perché non vanno bene simili forme di cecità e di spreco, perché le intelligenze e le buone scritture servono, e questa è una considerazione quantomeno politica riferita al presente – più che mai a volte mi sembra che stiamo gettando la rete (e finanche le nostre vite?) ai porci + +
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prendo in prestito dal blog di francesco il video del discorso intenso e coinvolgente tenuto da furio honsell in occasione della celebrazione della ricorrenza della liberazione
quanto alle critiche mosse dal presidente della regione renzo tondo (pdl) al discorso del sindaco di udine, volto secondo lui a creare fratture e non a proporre una prospettiva di conciliazione, vorrei opporre alcune stringate considerazioni resistere e crescere significa anche dissentire, slegare, sciogliere, opporre . |
non aspettatevi centrini all’uncinetto – da me
nemmeno suggestioni vintage e piacevoli ephemera
non che io sappia dove andare
ma comincio a intuire dove non voglio stare
do not expect crocheted doilies – from me
neither vintage suggestions and pleasing ephemera
not because I know where to go
but I begin to guess where I want not to stay
tra parentesi – ma mica tanto
dopo i recenti accordi, utube italia ha cancellato moltissimi video prima disponibili
tra questi uno spezzone del film della von trotta in questione
qualcuno corrode nemmeno troppo di soppiatto il diritto alla cultura
ed alla libera circolazione dei contenuti
. . altrove si è srotolato senza troppi entusiasmi un breve scambio di battute in merito al mio articolo di ieri sul manifesto di rifondazione – ricopio a seguire giusto per una questione di trasparenza (….e per il fatto che non capisco a cosa serva tenere aperta la pagina dei commenti se quasi tutti finiscono per scriverne altrove ]:-0) ultimamente mi stanco facilmente degli scambi diretti su blog e social network, per il fatto che spesso si commenta tanto per parlare di qualcosa, senza pensarci abbastanza, senza dare un valore allo stumento che abbiamo a disposizione / e così, ecco che le pagine si riempiono di aria fritta… fuori piove che dio la manda – sono a letto con tosse e raffreddore u – “mi interesserebbe di più mettere a fuoco una critica alle radici, che incaponirmi contro una singola defaillance”
ma no, la critica alle radici nooo! incaponisciti pure sulla singola defaillance! secondo me gli devi dire: questo manifesto fa schifo al cazzo. Molto semplicemente. 09.56 a – A me sembra esteticamente brutto, di cattivo gusto, direi. Quanto al messaggio, come si dice(va), non capisco proprio il senso del richiamo a donne di classe, visto che si tratta un partito che pensa di far fronte a realtà sociali ed economiche che non prevedono certo donne con i tacchi a spillo. A chi cavolo stanno pensando, mi chiedo: a Alba Parietti?
10.27 parergon + – …allora continuiamo a frammentare la conversazione andando a cercare il pelo nell’uovo, quando il problema è l’uovo e non il pelo / che il manifesto sia brutto è evidente ma forse conta di più capire perchè siamo (sono?) arrivati al punto di stampare un manifesto del genere /
e dopo che gli ho detto che il manifesto fa schifo al cazzo, cos’ho risolto? è chiaro che fa schifo ma questo non ci fa automaticamente capire come sarebbe un bel manifesto / mi interessa di più la costruzione, per quanto faticosa o perfino utopistica, di una coscienza alla base, che l’attacco brutale e scontato su una delle tante mostruose dimostrazioni di perdita delle certezze (e di conseguenza del gusto) 10.50 u – ma certo, so bene che a te interessa la costruzione di una coscienza alla base etc
quello che volevo dire è: stai ipotizzando di metterti a discutere con “loro”? “loro” che hanno pensato quel manifesto lì? a leggere il tuo post, sembra che l’immagine in questione non rispecchi l’idea di un pubblicitario in un suo momento di malessere, ma proprio il modo di pensare e di essere di chi l’ha commissionata. Allora, dicevo d’istinto, non è più cosa di mettersi a ragionare. Poi lo sai che di Rifondazione ho sempre diffidato, quindi tutta questa manfaneria mi stupisce poco. 11.22 parergon + – guarda
io tengo un blog il blog mi serve per varie cose in primis per fare ordine nei pensieri poi per archiviarli per comunicare ad altri il frutto dei miei ragionamenti per provare (e ho scritto provare, non riuscire) a costruire una rete di concetti condivisi qui arriva un’altra ipotetica funzione: quella di farmi cambiare idea, a volte (magari non in questo caso), sia attraverso la mia rilettura che tramite lo scontro o il confronto quindi – a me di parlare direttamente ai vertici proprio non interessa, o cmq non è il mio obiettivo primario credo nello scambio delle idee – almeno ci provo e voto rifondazione me ne vergogno meno di quanto mi vergognerei di aver votato pd (anche contando i tacchi a spillo sul manifesto) – già 12.47 u – touchée :)
16.05 a - Tu parli di costruzione di coscienza alla base. Mi chiedo: da parte di chi? Quale base? Mi rendo conto che il mio pensiero, distruttivo se vuoi, è forse alla base, non in quanto mio, ma in quanto generalizzato, della perdita di coscienza che c’è stata. Ma resta il fatto che sono piuttosto scettica sulle possibilità attuali di cambiamento. Purtroppo, mi vien da dire. Non ne vedo neanche l’ombra lontana.
16.58 parergon + –
a., dal momento che la pensi così mi chiedo cosa ne parli a fare a che serve il tuo commento? cosa cambia qui o fuori di qui sapere che TU non vedi possibilità di cambiamento? nessuno ci obbliga a partecipare a una conversazione se non abbiamo nulla di utile o costruttivo da dire / e forse il primo passo è proprio l’apprendimento della rinuncia, o quantomeno della sospensione / ad una conversazione forzata preferisco una partecipazione silenziosa 19.01 luna |