ed infine – un arcobaleno
| la moleskine si riempie di annotazioni specialmente durante durante i viaggi ma ci sono momenti in cui appoggio la penna e guardo fuori distratta da paesaggi che catturano lo sguardo allora, provo a fare della macchina fotografica il mio taccuino ieri mattina le nuvole erano particolarmente basse . |
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non solo mele alla festa delle mele di tolmezzo, ieri nell’ultima foto un pezzo di pan brun, cibo povero di una volta, oggi preparato a illegio con il forno a legna solo in occasione delle ricorrenze … .
ci sarà un plugin per realizzare delle gallerie migliori su wordpress?
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poi torna il sereno, all’improvviso – e la casa si riempie di sole
osservo incredula muri, fogli e oggetti che parlano con la luce
ci stava bene saturday sun di nick drake ma l’ho già usata così tante volte sul blog!
What a beautiful face
I have found in this place
That is circling all round the sun
What a beautiful dream
That could flash on the screen
In a blink of an eye and be gone from me
Soft and sweet
Let me hold it close and keep it here with me, me
in the aeroplane over the sea / NMH – 1998
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ana ha una sezione del sito dove raccoglie le sue paper dolls
mi piace molto la composizione grafica che mette in evidenza le texture utilizzate
![]()
afferrare parole che s-corrono oltre il perimetro della casa
lanciare le proprie – superare i muri
creare sàrtie verbali – tese, praticabili
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piove



| infilo le pantofole, lavo i piatti, accendo la radio, faccio la doccia, apro la finestra, esco a comperare il giornale, preparo il caffè, scelgo una camicia, leggo un libro sdraiata sul letto, mi guardo allo specchio, mi lavo la faccia, scrivo sul diario, accendo il computer, bevo il caffè, faccio pipì, infilo i pantaloni, frugo nella borsa, metto il rossetto, cerco gli occhiali, guardo un film, sfoglio il giornale, spalmo la marmellata su una fetta di pane, mi taglio le unghie, metto la crema, infilo un maglione, riordino le scarpe, scrivo una mail, ascolto un po’ di musica, sbuccio una mela, mi profumo, sprimaccio il piumone, telefono a mia madre, cambio la camicia, cerco un libro sugli scaffali, disegno, scelgo la biancheria, pulisco le lenti degli occhiali, scarabocchio su un pezzo di carta mentre parlo al telefono, mi metto la giacca, scatto una foto, spengo la televisione, lavoro al computer, ritaglio carta colorata, esco a fare la spesa, mi metto a letto, cucio un bottone, scelgo un cd, guardo un video su youtube, metto una pentola sul fornello, pulisco il pavimento, passo una pagina nello scanner, metto le lenzuola nella lavatrice, ordino gli inchiostri, apro una lettera, scrivo una lettera, cerco una giacca nell’armadio, rido, faccio lo shampoo, guardo alcune fotografie, infilo un anello, prendo l’orologio sul comodino, raccolgo alcune cartacce, sposto un candelabro, lavo la teiera, torno al computer, ascolto la radio, prendo una medicina, spengo il cellulare, pulisco la macchina fotografica, sbuccio una mela, prendo un foulard dal cassetto, mi soffio il naso, mangio una caramella, chiudo il pacco dei biscotti, appendo il pigiama in bagno, mi asciugo i capelli, cambio l’assorbente, raccolgo i sacchetti del riciclato, stendo il bucato, chiudo la finestra, metto il deodorante, slaccio il reggiseno, inzuppo un biscotto nel caffè, ripongo il latte nel frigorifero, scelgo uno smalto per le unghie, cambio gli occhiali, mi collego a facebook, rispondo al telefono, vado al cinema in bicicletta, preparo la cena, lavoro a maglia, chiudo gli occhi
intanto – in america succede questo |
| è questo tempo che non concede respiro all’architettura o sono gli architetti a non avere più coraggio di essere tali? .il post continua dopo le foto…
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