i diari di kafka sempre nella borsa (anche a fare la spesa)rivolgere la propria attenzione più in alto, oltre la propria misura individuale, sembra essere un’impresa che supera di molto le mie forze attuali / ogni pensiero cesella una qualche frivola minuzia personale, oppure si arrovella nella formulazione nostalgica di scenari impossibili, crogiolandosi nel dolore singolare della distanza e della perdita
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| qualcuno va a riesumare un mio vecchio post ne recupero un frammento per il blog 20032008[io] il mio corpo lo lascio invecchiare, lascio anche disimpari la sua lingua, le sue regole / non c’è palestra o chirurgia che tenga – semplicemente un silenzio disattento, un disamore dovuto all’assenza di comprensione / in questo modo mi tengo in disparte dall’essere – ricomincio ogni volta in maniera minuta, trasparente, marginale / non mi sconvolgono mai abbastanza i suoi cedimenti, quanto invece mi terrorizza la progressiva e recidivante perdita degli ormeggi sentimentali ed intellettuali /.
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oggi ha compiuto 85 anni


Iscrivere in terza persona conferiva un’aura romanzata al racconto e rappresentava una degenerazione narcisa, una debolezza che non la portava oltre e che anzi la infangava ancor più nei suoi vizi personali IIil computer si era rotto pensava ai file, alle parole ed ai lavori digitali, alle musiche – i materiali del suo quotidiano abbandonati a se stessi su un disco attualmente inutilizzabile e che forse non avrebbe più ripreso a funzionare IIIaveva freddo e sonno e si sentiva sola .
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