penso che la mia sia una vita dai perimetri molto esigui
lo spazio tra il tavolo e la seduta
la piazza variopinta del tappeto…
eccomi ora, a nuotare nella tazza della colazione
( senza tuffi )
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| … si tratta di granturco – a dire il vero
. malinconie dolci e la parentetica fortuna di rimanere fermi – per un poco – anche nel movimento ] tra i sogni, quello ricorrente dell’altrimenti [
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01.08pensare a una serie di disegni più specificamente legati all’uso delle parole, ai dizionari, alla responsabilità tutta politica di garantire la comprensione dei pensieri (e dunque la loro trasmissione) / l’ignoranza è un alibi, nella maggioranza dei casi – un rifugio sicuro, lontano dall’incertezza del dubbio che assale il saggio e non l’incoscientesmontare i precetti significa legittimarne la fragile sfaccettatura, l’assenza di sicurezze .
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fotografie apparentemente semplici sottendono una ricerca sulla visione incentrata soprattutto sul riflesso e la deriva ottica
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30.07
sono piuttosto arrabbiata e frustrata per le mie foto
in spiaggia - nella radio ascolto voci a me incomprensibili che arrivano da grecia e albania…
è una faccenda complicata spiegare perché non ho trovato il salento particolarmente riposante /
forse capita, di fronte a ciò che si impone nella sua forte definizione / credo sia proprio tale forza a spaventarmi, un contesto talmente connotato da risultare incorruttibile (che in questo caso specifico potrebbe voler dire anche irrimediabilmente corrotto? … )
ci troviamo in un tipo di mondo dove l’esposizione personale è ancora impensabile, soprattutto da parte delle donne / non parlo certo di lecce, o delle famiglie borghesi dei centri maggiori / parlo del salento popolare, delle famiglie operaie o contadine, dei ceti medio-bassi che riempiono le campagne e abitano un territorio apparentemente urbanizzato ed in realtà contraddistinto dall’estetica del non finito, che incista la modernità dentro a contesti ancora molto antichi, non si capisce bene se per indolenza cronica o per cultura millenaria /
chissà che rabbia per qualcuno, sentir parlare in questo modo un forestiero, uno che viene da lontano / ma le sensazioni provate sono state così forti da non poterle frenare / quanto c’è di pregiudizio in questo?
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| sono a galatina per vedere gli affreschi nella chiesa di santa caterina mentre cammino mi imbatto in un portone che chiude un laboratorio le cui pareti sono tappezzate di vecchi attrezzi, fotografie ed ephemera / pare di entrare in un altro tempo / mentre scatto timidamente la prima dalla strada lui percepisce il suono dell’otturatore e mette fuori la testa per guardare, mi chiama e mi prende per mano guidandomi all’interno / non posso andarmene senza aver fotografato questo, e questo – dice – guardi, guardi … paolo realizza tappetini e tappezzerie per autoveicoli – ma nel suo laboratorio, è evidente, potete trovare molto di più
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. un articolo di giorgio fontana sul manifesto di ieri è spunto e pretesto per alcune riflessioni in merito alla tendenza contemporanea (ma già evidente nelle parole di camus pubblicate sopra) di considerare l’artista e non l’opera, il personaggio e non il suo operato – in sintesi, l’immagine in vece della sostanza tutto questo deriva dal cinema? dalla distanza solo apparentemente breve che c’è fra il protagonista-interprete e il divo-persona? intellettuali – ecco finalmente la controversa parola che mi ha condotta sin qui dall’articolo di fontana, dove si puntualizza la necessità di pensieri forti, indipendenti dalla verve estetica delle figure da cui tali pensieri provengono / il giovane scrittore si sofferma inoltre a riflettere pur velocemente sulla ricchezza del web e sulla necessità di trovare anche nelle letture online il risultato di uno sforzo che prescinda l’esibizionismo e il partecipazionismo di chi scrive – uno sforzo a sè stante, generato dalla volontà di mettere a fuoco dei contenuti mediante la scrittura così “la vera domanda non è di quali intellettuali l’Italia ha bisogno oggi, ma di quale pensiero. indipendentemente dalle figure che lo veicolano. indipendentemente da occhiali dalla montatura spessa, pernod su tavolini di parigi, o qualunque altro elemento che ci distolga dal solo punto chiave: il valore di comprendere razionalmente, liberamente, e criticamente, il reale. |


















