she spreads gold – digitale – luglio 2010


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prima di partire, posto che la situazione lo consenta, devo proprio sbrigare alcune faccende
stampare, tingere, assemblare – le cianografie vanno messe alla prova sulla carta
e un paio di tiny books devono muoversi prima di me, per londra e per la francia

fa molto caldo, mi aiuto con bibite fresche – ogni tanto una pausa al cafè con l’amico di sempre

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era stata una delle prime cose che avevo notato ed apprezzato, appena vista la casa
la chioma quasi esagerata, una vera sorpresa per chi si affacciava dalla camera
i tronchi siamesi con le radici intrecciate – all’apparenza inseparabili

c’è stata una tempesta due giorni fa, breve e molto violenta – ha soffiato un gran vento
l’acqua ha picchiettato sui vetri come grandine
si è risolto tutto in pochi minuti, lasciando per strada lembi di corteccia e bacche di platano come piselli freschi

una metà dell’albero è caduta senza schianto – accompagnata dal fogliame abbondante si è appoggiata al terreno
la base non era in buono stato e la frattura ha rivelato il nero del legno smangiato, marcio
gli operai hanno lavorato per due giorni a liberare il giardino, portando via tutte le fronde recise
ora quel che rimane è una presenza diversa, quasi spaesata – fa un po’ male, a guardare
.
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0 / epistolari
qualcuno cancellava sistematicamente tutte le mail che spedivo, per paura che le trovasse la fidanzata
altri le rileggevano fino a scorgerci dentro cose che non esistevano, desideri improbabili – riuscivano a vedermi nuda tra le maglie della punteggiatura
altri ancora non rispondevano e non rispondono, lasciando che le parole vadano a cadere in un buco nero

1 / un uomo
al telefono le scene si definiscono sommariamente, con poche frasi, spesso senza comunicare a sufficienza
dice che è andato fino in america  [ perchè là i dottori sono più bravi o perchè i ricchi fanno così?
magari sarà quello che prevedono le assicurazioni delle multinazionali
o forse tutti i telefilm che guardiamo ci convincono che questo non sia il paese migliore per curarsi ]
di notte mi sono chiesta chi lo avesse accompagnato, cosa succede a un uomo malato che sta divorziando e che ha trascorso la sua vita a lavorare troppo

2 / un amico
un messaggio senza accenti mi fa intuire quanto sia difficile adesso – l’ospedale e la barca ferma
fa ancora caldo, nonostante la notte di pioggia battente che infradiciava le tende di questa città senza canali

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+ / esasperazioni
mi sono ferita leggermente un tallone per scattare le foto sulla roggia
un sasso accuminato, o forse un vetro – c’erano un cielo talmente scuro e un’atmosfera così cupa che ho provato una paura esagerata per quel dolore improvviso e sono tornata a casa di corsa – il sangue aveva chiazzato la pelle secca sotto al piede lasciando un leggero alone sul cuoio del sandalo
la ferita – quasi invisibile

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rose: nel brano di camus c’è proprio un antidoto alle tentazioni di edonismo / superficialità / alienazione nel rapporto col bello, no?

francesco: come dicevi ieri, individuare i luoghi che producono significato. nulla di così nuovissimo ma, l’ossimorico disincantanto coinvolgimento con cui lo dicevi ieri mi ha contagiato. tutto bene, a patto che non divenga stilema, accademia dell’insolito.

è proprio l’indifferenza nei confronti dell’innovazione superficiale ed edonista che ci salvera’
(incitazione:) siamo superiori rispetto alle tendenze modaiole ed alle proposte apparentemente accattivanti che ci piovono da tutte le parti!
(questa cosa in provincia è un osso duro, sempre vittime dell’insicurezza e della marginalità finiamo per darci la zappa sui piedi e coltivare frivole tendenze individuali anziché formarci una cultura solida che fornisca i dovuti anticorpi)
in effetti i rischi di banalizzazione ed estetizzazione () sono sempre in agguato e più che mai attuali / si dovrebbe partire dall’immissione del sé nel molteplice, e dalla dismissione degli individualismi borghesi – ricordare che ogni gesto è politico: anche se non direttamente va a condizionare la vita delle persone in un dato luogo
quello che sta cercando di fare la comunità provvisoria, ad esempio
il progetto si esprime nelle due parole comunitario e provvisorio: ciò che è di molti e non ha stilemi, appunto, che non fa in tempo a solidificarsi in una forma unica e viziata, che non è soggetto all’abitudine stanca, gesto collettivo che si mette in discussione e si evolve nel sovrapporsi di voci diverse

tessitura

oggi ho ricevuto una piccola mail da un amico che non sentivo da molto, radicalmente trasformato dalla vita di famiglia e dalla provincia padano-veneta /
è sufficiente svolgere il proprio lavoro con perizia e passione o il senso di responsabilità familiare e la routine provinciale finiscono inevitabilmente per renderci accondiscendenti e distratti?
questo mi chiedo stamattina, seduta da sola di fronte al computer con una tazza di caffè a lato ed alle spalle una casa da rimettere in ordine dopo l’inverno – quali sono gli anticorpi necessari per la preservazione collettiva (ed individuale) delle risorse, per la salvaguardia dell’attivismo culturale?

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eppure
andando a rileggere debord mi accorgo di come già cinquant’anni fa avessimo le conoscenze necessarie per volerci opporre a questo sfacelo ma non le abbiamo prese in considerazione / i visionari sono stati confinati dentro a nicchie culturali che hanno impedito loro la contaminazione del mondo
oggi fulvio abbate afferma che questo è il sessantotto della destra / la sinistra nel frattempo continua a vivere nelle grotte affranta da un pesante senso di inferiorità e da insicurezze ataviche
aver paura di esporsi e lottare è una gran brutta cosa /
cercasi antidoto….