[cronache da una città poco ospitale]


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conosco le zone aperte di questa città, le sue strade, le piazze, molte estensioni dello spazio urbano ai piani terra per la necessità quotidiana di entrare nei negozi / rare volte mi addentro nei palazzi per accedere ad uffici posti a piani più alti, oppure è capitato in certe scuole, in biblioteca od al cinema / pensando a venezia per esempio, posso dire di aver salito molte scale e visitato moltissimi appartamenti, di conoscere le calli ma anche le cucine e i salotti della città, le sue tende, la vista sullo spazio esterno che si ottiene sbirciando dalle diverse finestre / in tal modo la città vissuta sviluppa un negativo e un positivo spaziale, la sua volumetria si fa più completa e complessa / se invece dovessi realizzare un calco degli spazi che vivo adesso, sarebbe un calco di spazi aperti e piani terra, un calco che include centri commerciali e stazioni – ma senza scale di condominio o significativi sviluppi nel privato / risulta di fatto un calco muto, a temperatura ambiente / privo di memorie individuali condivise, si ferma all’imbocco dei pianerottoli residenziali . |
nel corso degli anni varie riviste od altre iniziative editoriali italiane mi hanno contattata per chiedermi di pubblicare i miei lavori, o di utilizzarli in svariati modi all’interno di qualche pubblicazione / nessuno di loro si è mai posto la questione del pagamento: ti mandiamo qualche copia, dicevano al massimo, oppure nemmeno sollevavano la questione /
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ultimamente scrivo poco
nel frattempo disegno e cerco una macchina usata
questa estate non ha regalato grandi giornate
nessun viaggio – il tè rimane l’unico lusso che mi concedo
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ogni tanto qualche frase scappa fuori da certi libri – e mi insegue
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| quando moltissimi su facebook piangevano sonoramente la morte di amy winehouse mi sono pronunciata con perplesso distacco nei confronti di quel piagnisteo generale ricevendo in risposta una serie di frecciate e rimproveri, tra cui appunto quello di atteggiarmi a un’anticonvenzionalità di facciata solo per distinguermi dal flusso di anime in finto cordoglio che intasava i social network
dopo qualche giorno ho trovato questi pochi versi di emily dickinson che mi sono venuti in soccorso / spiegano (assai meglio di quanto mai avrei saputo fare personalmente) l’origine e le ragioni di quel distacco da una morte sentimentalmente ed esteticamente non condivisa
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mi piacciono i colori dei borlotti





paintings : giovanna garzoni









