Category Archives: diario

provando a tinteggiare la nostra vita di tenerezze
trying to paint our life with tenderness

 

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dicono che il tempo scorra più veloce per chi lo vive intensamente, amando molto e ricavando un godimento profondo dalle sue esperienze – eppure, scrivevo poco fa a un’amica che la brevità del tempo si percepisce con altrettanta intensità proprio quando l’esistenza è spoglia di sentimenti epici e di smisurati appagamenti, perchè lo si vorrebbe far bastare, quel tempo che non ci basta, e si vorrebbe che l’età si fermasse per darci ancora l’opportunità di provare a sentire quello che non abbiamo saputo o potuto sentire fino a quel momento – invece ci sfugge tra le mani ineffabile, più rapido dell’acqua del rubinetto

quando ero giovane pensavo, guardandomi, che prima o poi avrei avuto la possibilità di sistemare la vita in modo corrispondente alle mie aspirazioni e al mio profilo più autentico
ma con il passare degli anni constato che certi gesti naturali adesso cominciano a contenere impercettibili stonature rispetto alle aspettative, dissonanze insanabili – e se davvero mi importa poco o nulla dei primi capelli bianchi, tanto mi dispiace di non aver saputo trovare nel corso degli anni, una dimensione esistenziale, sentimentale e creativa che potesse procurarmi autentica gioia, o quantomeno una dolce serenità

non vuole essere un bilancio di fine anno, da questo punto di vista il calendario è solo una convenzione
lo è di meno, convenzionale, il segno del tempo che ci attraversa il corpo e lo spirito come un seghetto, o come il filo passato a tagliare le fette di polenta su un vecchio tagliere, portandosi via dei pezzi senza preavviso

Caught in the middle
Carol, we’re middle class
We’re middle aged
We were wild in the old days
Birth of rock ‘n roll days
Now your kids are coming up straight
And my child’s a stranger
I bore her
But, I could not raise her
Nothing lasts for long–
Nothing lasts for long–
Nothing lasts for long–
Down at the Chinese Cafe
We’d be dreaming on our dimes
We’d be playing–
“Oh my love, my darling”
One more time

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I bambini capovolti
Vanno come acqua al contrario
Che risale il mondo delle cose

I bambini capovolti sono
L’anti-materia

 

 

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novembre finito lascia alle spalle una certa quantità di fotografie che lei non si sente di ammucchiare sul blog essendo state scattate nel corso di varie settimane / le fotografie (anche questo già scritto le pare di ricordare) sono prese velocemente con il cellulare
sgusciano all’indietro e non si impongono sul presente che pare piuttosto rappresentato da un continuo svuotarsi di una pentola che ha il buco sul fondo
forse si tratta di un lavandino e attraverso un tubo quelle foto finiscono da qualche altra parte – stamattina pensa che potrebbero trasformarsi in piccole cartoline così piccole che quasi le conterrebbe una scatola di fiammiferi

ci sono stati due compleanni
in particolare quello della madre ormai di molte lune fragile e traslucida avvolta in una nuvola di zucchero a velo scappata dalla gobba di una grande torta (altro…)

le ore corrono, le energie sono scarse

nelle frattaglie del tempo già scarso lavora al calendario 2014 e da oggi anche a qualche cartolina per natale – è domenica, prova pure a pulire casa quel tanto che non la presenti al suo cinquantesimo sommersa nella zozzura! poi prepara qualche compito per la scuola: esercizi di comprensione del testo, di inglese, di tedesco, e una mappa del mondo da ritagliare e colorare
le sembra tutto molto difficile

fuori schiarisce e le finestre spalancate della camera fanno entrare un’aria quasi tiepida, se ne accorge appena, mentre sistema gli scatoloni sugli armadi

muore un poeta che ha a lungo sofferto
un’altra buona ragione per tacere – ed ascoltare

Signore, non sono qui
per fare la ruota come un pavone
ma neanche per battermi il petto
domandando perdono.
Io sono solo un bambino
che piange e arranca e fatica.
Io muoio su una croce diversa
mordendo i chiodi
e spingendo i piedi
verso il basso a sentire
l’erba che cresce.