qualcuno avrà notato che negli ultimi giorni non ho dedicato nemmeno una riga alle vittime di haiti
non è certo per negare la drammaticità di quanto accaduto, ma devo riconoscere che il turbamento suscitato da queste catastrofi naturali è di natura più intima, individuale, mentre i fatti di rosarno, così come le innumerevoli tragedie quotidiane che derivano dall’incoscienza umana, o peggio dalla mancanza di rispetto dei valori più elementari, provocano in me un risentimento e una rabbia assai diversi, che non scemano e che invadono le giornate senza rimedio
sono sentimenti insurrezionisti (!) – vorrebbero cambiare i segni, le parole, i versi
ma è davvero molto molto difficile trovare il modo per rendere migliore il mondo attraverso la pratica artistica
ricordo una frase di hans haake, già pubblicata sul blog anni fa, letta in un libro che ora non riesco a identificare – circa il fatto che nessuna luminosa installazione potrà mai impedire a un poliziotto bianco di sparare a un nero
ripenso ogni giorno a questa lapidaria sanzione di impotenza, pensando che forse l’espressione visiva dovrebbe seguire altre vie, e probabilmente non avere scopi
tutto mi pare terribilmente frivolo al momento, così vacuo, debole e persino anti-culturale, dato che la cultura implica un fermento costruttivo, condiviso, importante – impone che si vada a incidere sull’andamento storico, sulle scelte fondamentali
ho davvero la nausea di coloro che sui blog praticano la felicità come uno sport a trentadue denti – ne parlava anche qualcuno alla radio, giorni fa, e mi ha sollevata sapere che non sono l’unica a pensare che non si possa riempire un diario o un blog di che bello quanto sono felice
forse ho frequentato internet senza cercare ciò che veramente mi appartiene, fermandomi nei luoghi sbagliati, foderandomi gli occhi con tutti quei colori, con tutte quelle decorazioni capaci di provocare prolungate quanto piacevoli anestesie

la scuola nel frattempo procede, si tratta solo di due mesi ma si prospettano faticosi – non tanto per la materia, che gestisco senza alcuno sforzo, ma per le due ore quotidiane di viaggio e per l’abitudine ormai consolidata di vivere molte ore al giorno da sola, e in silenzio
i ragazzi invece sono – come sempre – stupefacenti

ieri il collegio docenti si svolgeva nella piccola aula magna che funge anche da biblioteca sulle cui pareti sono state sistemate le scaffalature metalliche che si trovavano nel vecchio liceo, tantissimi anni fa – appena entrata ho riconosciuto quei vecchi mobili spartani e il dorso di tanti libri che avevo letto da adolescente nei lunghi pomeriggi di segregazione domestica
qualcuno mi ha detto di avermi accompagnata in gita, in terza, uno dei pochi docenti che ancora resistono prossimi al pensionamento – era un mondo diverso, ora rimangono poche cose familiari, poche persone capaci di ridere in quel modo e di intendere la misura possibile tra la regola e la sua infrazione

dotted

  1. in viaggio – campi gelati
  2. la biblioteca del liceo – sezione castori cinema
  3. in viaggio – panofsky
  4. in viaggio – roccia e neve
  5. auguri tardivi da venezia

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